New York riassume il mondo moderno

New York – Le mille storie diverse che vivono in una sola città
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New York – Due volti diversi per gli Stati Uniti

È un vero peccato scoprire New York solo dopo aver compiuto i 60 anni, perché è una splendida città che si presta ad essere goduta in diversi momenti della vita. L’ho visitata spinto da mia moglie, che ne ha sempre sentito parlare in famiglia come prima tappa americana dei parenti emigrati in California. Mi aspettavo una città caotica, opprimente. Non ho trovato nulla di tutto questo e ho trascorso una settimana piacevolissima. Ho alloggiato a Soho, nella Downtown, la zona certamente più pittoresca della città, che da una decina di anni è diventata molto alla moda: è vivace ed è la meta preferita di chi ama lo shopping, ma anche di chi apprezza la buona cucina! Fino a non molti anni fa era un quartiere malfamato, dove proliferavano prostituzione, droga e malavita. Oggi si esce tranquillamente la sera per passeggiare lungo stradine vivacissime, animate da negozi, bar e ristorantini molto frequentati dai giovani.
Della Grande Mela si è detto per anni che fosse una città pericolosa. Oggi ci si sposta sia di giorno che di sera senza problemi sentendosi assolutamente a proprio agio. Anche perché i newyorchesi sono molto gentili. Se ti fermi in strada a consultare una piantina, subito qualcuno si avvicina e ti chiede se hai bisogno di spiegazioni. In Ticino, dove i turisti sono a malapena tollerati, abbiamo davvero da imparare a questo proposito…
Come scrive il noto giornalista italiano Corrado Augias nel suo libro “I segreti di New York”, questa “è la città dove è nata la vita moderna, intendo dire il luogo in cui la vita moderna ha assunto, anche se nata altrove, un suo stile, una cifra riconoscibile che le ha consentito di imporsi ovunque come paradigma della modernità”.È stata la prima metropoli (nel 1898 era la città più popolata del mondo): qui sono sorti i primi grattacieli, è stata costruita la prima metropolitana, è stato realizzato il primo ascensore, le prime reti di radiodiffusione hanno trasmesso da New York. Wall Street ha dato le origini alla finanza moderna, Madison Avenue alla pubblicità. La Grande Mela ha visto nascere i più interessanti fenomeni culturali, letterari e visivi del XX secolo. Oltre 300 anni fa, quando era ancora una colonia britannica, qui si posero le basi per la libertà di stampa.
A New York – osserva ancora Augias – l’Europa c’è, si sente, si vede, senza l’Europa New York semplicemente non esisterebbe. Tuttavia anche la presenza europea, quella fisica degli individui e quella immateriale della cultura, su questa sponda dell’Atlantico si è trasformata, resta riconoscibile, è vero, ma è anche diventata un’altra cosa”. Fatta di molte etnie, piena di italiani, di ebrei, di latinoamericani, di cinesi, di neri, di anglosassoni e ora anche di russi di nuova immigrazione, la Grande Mela ha una fisionomia composita dove nessuno sembra riuscire ad imporre il suo tratto distintivo. Secondo un recente studio nella città americana più raccontata dalla letteratura e dal cinema si parlano 800 lingue. Chi conosce bene gli Stati Uniti sostiene che New York non è una tipica città americana. No, certamente, è la capitale del mondo occidentale. E non solo perché ospita le Nazioni Unite, ma perché è un’antologia vivente, nel bene e nel male, dello sviluppo del mondo moderno. Rappresenta un simbolo di quell’America aperta e liberale, che ho amato ed amo, dei Roosevelt, dei Kennedy, e ora anche di Obama. Un paese che persegue gli ideali della libertà e cerca di garantire ai suoi cittadini pari opportunità di partenza. È un’affermazione molto discutibile – ne sono conscio – perché questo stesso paese ha rappresentato a tratti anche la negazione di questi ideali.