Cina – La Cina immaginata e quella della realtà
Tibet – Un viaggio sul tetto del mondo sfiorando le nuvole con le dita
Tibet – Il Tibet è un Paese occupato dai cinesi
I cinesi raccontano che a Shanghai avete la possibilità di assaporare gli ultimi 150 anni della storia del loro paese, a Pechino gli ultimi mille, mentre a Xian incontrerete la Cina più antica. Queste tre città ricche di storia permettono un approccio ai diversi volti della Cina.
A Shanghai avete la possibilità di assaporare gli ultimi 150 anni della storia cinese. A Pechino gli ultimi 1000, da quando cioè divenne capitale dell’impero. A Xian, punto di arrivo e di partenza della mitica Via della Seta, incontrerete le vestigia della Cina più antica. Sono queste le mete principali del nostro itinerario, che prevede anche un soggiorno di cinque giorni in Tibet. Un viaggio del genere non permette certamente di conoscere un paese, ma fornisce stimoli di riflessione, provoca sensazioni e pone interrogativi.
Xian, culla della civiltà cinese
Confesso che prima di preparare questo viaggio non avevo mai sentito parlare di Xian, eppure è la culla della civiltà cinese. È qui che Qin Shi Huang nel 221 a.C. riuscì a unificare il paese per diventare il primo imperatore della Cina e gettò le basi di una coscienza nazionale. Abolì il feudalesimo e diede al paese un’organizzazione burocratica, lo protesse verso nord collegando nella Grande Muraglia i tratti di mura preesistenti, unificò i pesi e le misure, le distanze tra le ruote dei carri per pianificare le strade, impose un’unica moneta, un solo sistema di ideogrammi per unificare la scrittura e la lingua parlata, impose un unico sistema legale. Questo imperatore visionario, ma anche crudele e megalomane, si costruì un monumento funerario al quale lavorarono per 38 anni 700 mila operai. Quando nel 210 a.C. morì durante la sua campagna di unificazione, si racconta che la sua salma fu calata nella sala principale del palazzo delle tenebre assieme alle mogli, alle concubine, a guardie e operai sacrificati in suo onore. L’ingresso del mausoleo venne quindi mimetizzato e il terreno circostante coltivato a cereali. Fu per caso che nel 1974 un contadino, che oggi firma il volume pubblicato sul sito, scavando un pozzo fece la più importante scoperta archeologica del XX secolo, che l’ex presidente francese Chirac, in visita nel 1991, decretò giustamente ottava meraviglia del mondo. Il sito è finora stato scavato solo in parte. Finora sono state portate alla luce tre grandi fosse. La prima (230 metri per 62) contiene 6 mila guerrieri di statura reale che rappresentano la guardia imperiale schierata con cavalleria e 35 carri da guerra. La seconda presenta un esercito di 900 soldati diviso in tre battaglioni. Nella terza, 31 soldati delle guardia d’onore attendono l’imperatore. Un museo presenta altre statue e due straordinari carri in bronzo.
La sola visita di questo sito vale il viaggio in Cina. Tutti noi abbiamo sentito parlare dei guerrieri cinesi di terracotta e li abbiamo ammirati in documentari, ma vederli dal vivo provoca un’emozione eccezionale. Ognuno di loro ha un viso e un’espressione che sottintendono una storia di vita. Gli scavi continuano e altre meraviglie verranno portate alla luce. Al di là di queste scoperte archeologiche Xian è oggi un’importante città commerciale con oltre 7 milioni di abitanti. Il suo centro è racchiuso nel perimetro di 12 chilometri delle sue mura, che risalgono all’epoca Ming (1368-1644). È animatissimo e molto curato con negozi e shopping center di chiara impronta occidentale. Suggestive le torri della Campana (epoca Tang 618-917) e del Tamburo (epoca Ming). Il cuore della città ospita anche un coloratissimo bazar nel quartiere abitato da una minoranza musulmana cinese. Al centro si può visitare un’interessante moschea risalente al VIII secolo, che presenta un curioso incrocio di stile arabo e cinese.
Pechino, il cuore del Paese
Non è certamente facile riassumere ciò che offre Pechino in poche righe di giornale, ma ci proverò. La città è priva di piazze e di un centro. Per questo Mao Tse Tung nel 1949, dopo aver vinto la guerra civile contro i nazionalisti di Chiang Kai Shek creò la piazza Tian’anmen. Un luogo tristemente noto per l’intervento dell’esercito cinese, che nel 1989 entrò con i carri armati aprendo il fuoco contro i dimostranti desiderosi di riforme e di libertà e facendo migliaia di morti. Con i suoi 400 mila metri quadrati di superficie è il più grande spazio pubblico al mondo, è il cuore pulsante della Cina ed il testimone per eccellenza degli eventi che hanno plasmato la storia della Repubblica Popolare sin dai suoi esordi. È qui che il primo ottobre del 1949 Mao Tse Tung pronunciò il discorso della liberazione alle folle in giubilo. Sulla piazza, per la verità molto fredda, si affacciano i musei della storia e della rivoluzione, il Grande Palazzo del popolo, sede del parlamento, il mausoleo del presidente Mao che accoglie la sua salma.
La città proibita
Oltrepassando un arco sopra il quale troneggia l’effigie di Mao, si entra in una delle meraviglie di questa città: la città proibita. Fulcro per cinque secoli – vi regnarono 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing – dell’impero e per i cinesi dell’universo. Anche qui gli spazi sono vastissimi. Si tratta di una vera e propria città nella città con oltre 800 edifici, che risalgono quasi tutti al Quattrocento, quando l’imperatore Yongue riportò la capitale da Nanchino a Pechino. Tutti i padiglioni sono disposti secondo le teorie geomantiche basate sull’equilibrio fra energia negativa (yin) e positiva (yang). In questa sorta di vastissima gabbia dorata il popolo non poteva entrare e nemmeno avvicinarsi. Vi si accede dalla porta meridionale (Wumen), la più importante, dove i Figli del Cielo si rivolgevano alla corte e dove i generali di ritorno da guerre vittoriose si presentavano con i prigionieri per deciderne la sorte. Proseguendo si accede ad altri ambienti pubblici (padiglioni delle Cerimonie), prima di giungere agli appartamenti imperiali, dove l’imperatore alloggiava con la moglie e le concubine gestite dagli eunuchi, che diventarono sempre più potenti all’interno del palazzo ordendo intrighi di ogni genere. Quest’ultima parte della città presenta, oltre ad un intimo giardino, costruzioni più piccole e affascinanti, ambienti cinesi, dove bisogna prendersi il tempo per passeggiare senza meta.
Il Tempio del Cielo
Un altro luogo di grande significato storico è il Tempio del Cielo, che sorge in un’altra parte della città e che per cinque secoli ha rappresentato il cuore dei cerimoniali e del simbolismo imperiale. Edificato anch’esso all’inizio del XV secolo era considerato il luogo di contatto fra la terra (considerata quadrata) e il cielo (rotondo), la cui simbologia rappresenta parte integrante anche del progetto architettonico. Intermediario tra terra e cielo era naturalmente l’imperatore che in occasione del solstizio d’inverno si recava qui e pregava per il raccolto. Decisamente meno suggestiva risulta invece la visita alla residenza imperiale estiva, distrutta dagli inglesi durante la seconda guerra dell’Oppio e in parte ricostruita.
Le tombe dei Ming
Ma l’emozione torna a livelli elevati durante la visita alla tomba degli imperatori Ming, la dinastia che regnò dal 1368 al 1644. Tredici dei sedici figli del cielo sono sepolti in una dolce valle che sorge a una quarantina di chilometri da Pechino. Oltrepassato un magnifico arco in marmo bianco, si giunge a una grande Porta Rossa, dove inizia il suggestivo Viale degli Spiriti lungo 7 chilometri e fiancheggiato da alberi e da statue di animali mitologici, di mandarini e di militari. Al termine dei vialetti portano alle tombe monumentali. Ognuna è divisa in tre parte principali: la stele, la sala delle offerte e il tumulo dove si trova la salma.
La grande muraglia
È una delle sette meraviglie del mondo. È un’impresa ingegneristica sbalorditiva. È lunga 6350 chilometri, una distanza equivalente dal Ticino a New York. È nata con l’avvento della dinastia dei Quin nel 221 a.C. per difendersi contro le orde di nomadi attratte dalle fertili terre della pianura del bacino del Fiume Giallo, su idea del primo imperatore cinese, lo stesso che si è fatto seppellire con l’esercito di terracotta. Il lavoro principale fu quello di collegare tra loro le muraglie già esistenti e di consolidare il tutto in un’unica difesa murata. La sommità della muraglia è costituita da una via lastricata larga 5 metri che rappresenta anche un’importante via di comunicazione essendo percorribile totalmente sotto protezione e quindi un mezzo di comunicazione tra genti diverse. Oggi sono milioni i turisti che nel corso di un anno visitano quest’opera e ne percorrono dei tratti a piedi.
Lo stadio olimpico
Oltre alla sua storia, ai suoi monumenti e ai suoi simboli storici Pechino è un’interessante e moderna città densa di grattacieli di stile americano, poco inquinata contrariamente a quando pensavo, dove si può passeggiare tranquillamente. La sua via principale – un centro vero e proprio non esiste – si dice sia percorsa giornalmente da un milione e mezzo di persone. Me la immaginavo simile alle città russe dell’ultimo periodo sovietico, ma ho trovato un ambiente dove i turisti occidentali sono ben accolti. Deludente, perché troppo turistico, il quartiere antico Hutong. Splendido, in compenso il centro olimpico con lo stadio degli architetti Jacques Herzog e Pierre Demoron che visto dal vero è un’opera architettonica emozionante. E anche qui spazi enormi, come è nelle tradizioni cinesi, ai quali noi europei non siamo abituati.
Shanghai, tra Cina Europa e Usa
È il fulcro dello straordinario boom economico cinese. Il suo obiettivo, praticamente già raggiunto, è diventare il più grande centro finanziario dell’Asia. La sua densità abitativa è il quadruplo di quella di New York, che supera anche quanto a numero di grattacieli. Nel corso degli ultimi quindici anni la sua popolazione è più che raddoppiata e raggiunge oggi quasi 25 milioni. Il reddito pro capite è aumentato dai 1’000 dollari del ’97 ai 6’000 del 2007. Il suo porto, dove transita oltre il 50% del commercio cinese, è uno dei più attivi al mondo. Le gru – non gli animali ma quelle da costruzione – sono considerate ironicamente la mascotte di questa metropoli straordinaria, dove si respira aria di euforia, di voglia di cambiamento. Si calcola che qui gli stipendi siano mediamente il doppio rispetto al resto della Cina e spropositati se paragonati alla realtà rurale del paese. Ed è per questo che proprio a Shanghai si manifestano più evidenti i contrasti del colosso asiatico.
Data questa premessa ci si potrebbe aspettare che si tratti di una città finanziaria senz’anima. E invece non è così. È una splendida metropoli, che affascina perché armonizza tre mondi diversi, tre culture: quella cinese soprattutto moderna ma anche antica, quella europea e quella delle metropoli americane. Passeggiando per l’affollatissima via Nanchino che dal lungofiume porta in Piazza del Popolo, cuore della città, si respira l’aria di una metropoli occidentale. La città vecchia propone viuzze alla cinese con caratteri un po’ troppo calcati, tanto da renderla una piccola, ma simpatica Disneyland. Al suo interno si possono visitare gli splendidi giardini Yu creati nel XVI secolo. Un po’ più lontano dal centro, nel tempio buddista di Yufo, si può ammirare lo splendido Buddha dall’espressione estremamente dolce, scolpito in Birmania da un unico blocco di giada bianca. Il vecchio quartiere francese – che all’inizio del Novecento in epoca coloniale veniva definito la “Parigi d’Oriente” – dove si può camminare senza meta è certamente una delle zone più affascinanti. Ma qualsiasi turista, dopo aver visitato questa metropoli, non potrà mai dimenticare la splendida passeggiata lungo il fiume Huangpu. Da una parte il cosiddetto Bund, la sponda con grandi edifici e palazzi in stile anglo-orientale restaurati con cura e risalenti all’epoca delle concessioni straniere. Dall’altra, il Pudong – affascinante soprattutto di notte – con la sua selva di modernissimi grattacieli che si perdono a vista d’occhio, tra i quali ne spiccano alcuni di altissimo pregio architettonico. Fino a pochi decenni fa questa zona era ancora occupata da risaie. Ma d’altra parte tutta la città si è sviluppata dal XIX secolo con l’arrivo degli stranieri. Con il trattato di Nanchino (1842) gli inglesi furono i primi ad arrivare, seguiti cinque anni dopo dai francesi, nel 1863 dagli americani e nel 1895 dai giapponesi. Ogni quartiere, in base al principio dell’extraterritorialità, costituiva un piccolo stato governato dalle leggi del paese coloniale di riferimento. Questa situazione fece sì che gli stranieri a Shanghai erano più numerosi dei cinesi, peraltro sfruttati nelle fabbriche. Non è un caso se il partito comunista del futuro del presidente Mao è nato proprio in questa città, nei pressi del quartiere francese.
Itinerario
1° giorno
Milano-Pechino
2° giorno
Pechino e Tempio del cielo, che per cinque secoli ha rappresentato il cuore dei cerimoniali e del simbolismo imperiale
3° giorno
Tomba dei Ming – Grande Muraglia, un’impresa ingegneristica sbalorditiva, lunga 6.350 chilometri
4° giorno
La città proibita, una vera e propria città nella città con oltre 800 edifici – Crociera sul lago Kumming
5° giorno
Xining – Monastero di Kumbum – Lhasa
6°giorno
Ferrovia tibetana – Lhasa, nota anche come “Tibet Express”, oltre 1.100 km per collegare Cina e Tibet
7° giorno
Lhasa – Palazzo Potala – Tempio Jokhang
8° giorno
Monastero di Drepung
9° giorno
Lago Yamdrok – Gyantse
10° giorno
Xigatse, sorge alla confluenza del Yarlung e del Nyangchu
11° giorno
Lhasa, capitale della Regione Autonoma del Tibet. In passato anche residenza tradizionale del Dalai Lama
12° giorno
Da Chengdu, punto di snodo per i trasporti e le comunicazioni della Repubblica popolare cinese, a Shanghai, una delle città più popolose al mondo
13° giorno
Shanghai, con oltre 18.5 milioni di abitanti
14° giorno
Shanghai-Milano