Corsica – Coste selvagge e rocce scolpite

Corsica – L’introversa terra di Napoleone
Corsica – La battaglia della Corsica per un’identità oppressa
Corsica – Per Napoleone la Corsica era solo “un’escrescenza”

Un percorso dal golfo di Porto con le sue indimenticabili “guglie” vulcaniche rosse, che emergono dal Mediterraneo erose dall’acqua e dal vento, alle dolci colline della Falange con i villaggi affacciati sul mare.

I greci la chiamavano Kallisté, la più bella: un nome quanto mai appropriato per la Corsica, la splendida isola che ha ispirato numerosi scrittori e pittori, come Matisse, il quale sosteneva che il suo amore per il sud era proprio nato durante un soggiorno ad Ajaccio.
Arrivando in aereo, sopra il velo di foschia steso sul mare si vedono emergere le cime delle impervie montagne (50 vette superano i 2000 metri) illuminate dal sole. Man mano che ci si abbassa si scorgono ampi golfi, villaggi annidati sulle montagne, dolci colline. E’ proprio la scoperta di indimenticabili paesaggi marini, collinosi e montani a farvi amare questo splendido paese con oltre 1000 chilometri di coste e con cime che toccano i 2700 metri.
Ogni anno oltre 2 milioni di turisti atterrano o sbarcano sull’ “Ile de Beauté”: i due terzi sono francesi, seguiti da italiani, tedeschi e inglesi. Con soli 300 mila abitanti, nonostante il suo territorio corrisponda a un quinto di quello elvetico, l’isola è poco abitata. Il nostro itinerario si sviluppa lungo la costa occidentale – più esposta ai venti e più frastagliata rispetto a quella orientale diritta e monotona – e visita le parti più spettacolari della Corsica: il Golfo di Porto con le sue indimenticabili rocce vulcaniche rosse che emergono dal mare, scolpite dall’acqua e dal vento; le dolci colline della Balagne con i villaggi affacciati sul Mediterraneo e il Cap Corse, la selvaggia regione a nord dell’isola, che punta il dito verso il continente.
Per evitare due scali, scegliamo il volo diretto più vicino al Ticino che parte dall’aeroporto di Basilea-Mulhouse, ma l’isola è raggiungibile anche in traghetto da Livorno (circa 4 ore) e dalla costa francese (circa 10 ore). Il volo Easy Jet da Basilea atterra ad Ajaccio, capitale dell’isola, dove noleggiamo un’automobile di piccole dimensioni, dato che le strade sono molto strette. Nonostante l’isola abbia dimensioni ridotte – è lunga 183 chilometri e larga 83 – la circolazione è molto lenta (40 chilometri orari di media), salvo su poche arterie principali dove il traffico è più scorrevole.
Rimandiamo la visita di Ajaccio, animata, talvolta caotica e simpatica città, alla fine del viaggio e ci dirigiamo verso il Golfo di Porto, la meta più spettacolare del nostro viaggio. Lungo la strada costiera del Golfo di Sagone (il più ampio dell’isola) si ha un primo approccio alla bellezza selvaggia del paesaggio con il mare di un blu profondo che spicca tra gli scogli rosa e il verde della macchia mediterranea. A Cargese, il villaggio che chiude il golfo, vive una colonia di 300 famiglie greche, che sbarcarono in Corsica dal Peloponneso nel 1676 per sfuggire a una faida in corso nel loro paese. Oggi vivono pienamente inserite nello stile di vita corso, anche se osservano ancora la liturgia religiosa greca e celebrano i matrimoni seguendo l’antica tradizione di incoronare gli sposi con foglie di vite e rami di olivo.

Uno spettacolo naturale
Tutto un popolo mostruoso, un serraglio di incubi pietrificati dalla volontà di qualche dio stravagante”. Guy de Maupassant durante un viaggio in Corsica nel 1880 descrisse così le “Calanche”, che si trovano tra Porto e Piana. Soprattutto al tramonto, quando si colorano di sfumature dal rosso al viola, le particolari formazioni rocciose (i cosiddetti tafoni) scavate dal vento e dall’acqua si presentano come esili colonne, strane teste, torri appuntite alte fino a 300 metri. Il modo migliore per apprezzarle è una facile passeggiata (a metà strada tra Porto e Piana, in località Tête de chien) che attraversa angusti passaggi intorno a sagome simili ad alberi e caverne e porta fino a Château Fort, una spianata dalla quale si possono godere scorci superbi sul golfo e sulle “Calanche”.
Le rocce che spuntano perpendicolari dalle acque del Mediterraneo, sono spettacolari soprattutto se ammirate dal mare. In partenza da Porto diverse compagnie (meglio scegliere quelle con piccole imbarcazioni) organizzano escursioni di mezza giornata nel golfo, che permettono di raggiungere anche la meravigliosa riserva naturale di Scandola, accessibile solo via acqua. Si tratta di un altro sbalorditivo scenario naturale costituito da un sistema di grotte e faglie originate dalle eruzioni vulcaniche avvenute 250 milioni di anni fa. Anche qui i colori degli scogli, che variano dal grigio carbone del granito ai rossi incandescenti e ai viola ruggine del porfido, contrastano con il blu profondo del mare e il verde della vegetazione ricca di specie rare. Notevole anche il patrimonio faunistico della regione dove si possono osservare le caprette selvatiche arrampicarsi sulla roccia e con un po’ di fortuna il falco pescatore planare su nidi che occupano le punte degli scogli.
Una bellissima passeggiata a piedi (circa 5 ore andata e ritorno, con scarpe da montagna) permette di raggiungere la torre genovese che si trova sulla punta del Capo Rosso, estremità meridionale del golfo di Porto, da cui il panorama è splendido. Il sentiero parte da un ampio posteggio che si trova sulla Route de Ficajola, lasciando Piana in direzione della Plage d’Arone. Durante tutto il viaggio in Corsica abbiamo incontrato numerose di queste torri, sempre situate in luoghi con magnifici panorami. Ne rimangono una sessantina delle originali 85 realizzate lungo il litorale, visibili una dall’altra, in modo da poter comunicare tra loro. Avevano scopi difensivi, soprattutto per cautelarsi dalle incursioni dei pirati, e formavano una capillare rete di controllo che, grazie a un sistema di segnalazioni, permetteva a un messaggio di essere diramato in tutta l’isola in appena un’ora.
Terminata l’escursione – è consigliabile partire il mattino presto perché tutto il tragitto è esposto al sole – proseguendo sulla spettacolare Route de Ficajola si raggiunge la bellissima spiaggia di Arone, dove nel corso della seconda guerra mondiale, il 7 febbraio 1943, il sottomarino Casabianca sbarcò i primi carichi di armi e provviste per i partigiani corsi che combattevano l’esercito di Mussolini, presente sull’isola con ben 85 mila soldati.

I ridenti villaggi della Balagne
Un ultimo splendido panorama sul golfo di Porto con le sue meraviglie naturali lo si può ammirare prendendo la “D81”, denominata in questo tratto Route des Plages, in direzione di Calvi, quando si giunge in vetta al Col de la Croix. La strada prosegue quindi per alcuni chilometri nell’entroterra, ma si può riprendere lo spettacolare percorso lungo la costa imboccando la stretta e un po’ sconnessa “D81a” fino a Calvi, che appare da lontano con le sue belle spiagge di sabbia e con l’inconfondibile cittadella medievale fortificata a picco sul mare. Le vie del centro storico, invase dai turisti, sono animate e caotiche.
Si prosegue verso l’entroterra alla scoperta della Balagne, terra di ridenti colline affacciate sul mare e uno dei territori più fertili dell’isola. Seguendo la D151 si scoprono alcuni dei villaggi più suggestivi di questa regione agricola fortemente legata alla tradizione corsa. Passando per Montemaggiore, che offre uno splendido panorama sul golfo di Calvi dal sagrato della sua chiesa barocca, valicando il Col de Salvi, che pure offre belle vedute sulla regione, si arriva a Sant’Antonino, il più pittoresco e il più noto villaggio della Balagne. Arroccato a nido d’aquila su uno sperone roccioso il paese fortificato, costruito per difendersi dagli attacchi dei Saraceni, si erge a 500 metri sul livello del mare ed è disposto a cerchio. Le sue origini, come quelle del vicino borgo di Pigna, pure molto pittoresco, sono tra le più antiche dell’isola e risalgono al IX secolo. Con i suoi edifici color arancione accalcati l’uno contro l’altro, con la sua pianta circolare e le sue strette viuzze ricoperte di ciottoli e passaggi a volta sembra essere rimasto intatto da secoli.
La storia della Balagne è stata caratterizzata dalle lotte fra i clan di Corbara e di Sant’Antonino fino al XIX secolo, epoca in cui quest’ultimo visse l’apice del suo splendore. Lotte che hanno portato a violenti spargimenti di sangue spesso basati su un esasperato senso dell’onore. Bastava un adulterio, un’offesa o una diffamazione di qualsiasi tipo per portare a interminabili faide tra clan, perché ogni membro sapeva di poter contare per tutta la vita sull’incondizionata e assoluta solidarietà dei membri della sua famiglia allargata. I clan regolavano così le loro dispute senza ricorrere alla legge, facendosi giustizia da sé: l’omicidio era considerato un sacro dovere nei confronti della famiglia.

Itinerario

1° giorno (70 km – 1.30h) Basilea – Ajaccio – Piana
2° giorno Il Golfo di Porto – La riserva naturale di Scandola – Les Calanches
3° giorno (200 km – 5h) Piana – Calvi – La Balagne – Saint-Florent
4° giorno (120 km – 3h) Saint-Florent – Patrimonio – Cap Corse – Erbalunga
5° giorno (200 km – 4h) Erbalunga – Serra di Piano – Col de Teghime – Corti – Ajaccio
6° giorno (30 km) Ajaccio – Il gofo di Ajaccio – La Route des Sanguinaires e Pointe de la Parate
7° giorno (140 km) Costa Sud del Golfo d’Ajaccio
8° giorno Ajaccio – Basilea

Per saperne di più
Corse La Guide Vert Michelin, Clermont-Ferrand 2011
Corsica Rough Guides, Vallardi, Milano 2009
Corsica Lonely Planet, Torino 2013