“Il lago Maggiore risplendeva in mezzo ai monti color azzurro cupo, e sull’acqua posavano deliziose isolette, ma il cielo non era chiaro, anzi era nascosto dalla foschia come in Danimarca. Solo verso sera il vento la portò via, e l’aria tremolò trasparente e pura nel cielo che sembrava profondo tre volte quello di Danimarca. Lungo la strada pendevano tralci d’uva, come per una festa; più bella di così non ho mai visto l’Italia”. Così descrisse le isole Borromee sul lago Maggiore Hans Christian Andersen, che vi trascorse “alcune giornate di sole e notti di luna nell’isola Bella”, come fa notare in un suo scritto Raffaele Fattalini, attento studioso del lago. E in effetti la prestigiosa guida Michelin verde, che per me rimane sempre la migliore, attribuisce alle Isole Borromee tre stelle, cioè il massimo punteggio come ai luoghi più prestigiosi d’Italia. Questo splendido angolo di lago entusiasmò anche Richard Wagner, che scrisse: “La visita delle isole mi incantò talmente, che non potevo nemmeno rendermi conto come fossi arrivato a tanta delizia e che cosa adessso ne dovessi fare”.
Bisogna dedicare una giornata a questa gita. Le isole si raggiungono in battello da vari approdi del lago Maggiore, ma in particolare da Stresa, dove un servizio di barche private garantisce continuamente il collegamento con le isole e tra un’isola e l’altra. Le tre isolette sono molto differenti tra loro. La più clebrata delle tre è l’isola Bella, famosa per il barocco nell’architettura, nelle sculture e nell’arte del giardinaggio. Abitata da pescatori venne acquistata e trasformata nel 1632 in “luogo di delizie” per volontà del conte Carlo III Borromeo, come omaggio alla moglie Isabella d’Adda (da qui il nome). Nel compatto palazzo a quattro piani si tenne, dieci anni dopo Locarno, la “Conferenza di Stresa” con Laval, Mac Donald e Mussolini, che sulla base della collaborazione italo-franco-britannica avrebbe dovuto garantire la pace europea. Il giardino del palazzo, articolato su dieci terrazze a forma di piramide tronca, è considerato uno dei capolavori dell’arte dei giardini all’italiana di epoca barocca. Le vedute sul lago e sulle sponde sono magnifiche. Splendido anche il giardino botanico dell’Isola Madre, ricco di piante rare e fiori esotici. Attorno al settecentesco palazzo si aggirano pavoni, fagiani e pappagalli in libertà. “E’ il luogo più voluttuoso che abbia mai visto”, osservò Gustave Flaubert. “La natura vi affascina con mille sensazioni strane e ci si sente in uno stato sensuale e delizioso”.
La più pittoresca delle tre isolette è certamente quella dei Pescatori con le sue caratteristiche vie strette e tortuose, che danno al villaggio un simpatico carattere di disordine edilizio. Ospita anche un romantico alberghetto (il ristorante propone piatti legati al territorio), il “Verbano”, dove potrete trascorere la notte e gustare l’isola la sera, dopo che tutti i turisti se ne saranno andati. E’ un’esperienza davvero indimenticabile.
Il fascino discreto del Lago d’Orta
“Le muse stanno appollaiate / sulla balaustra / appena un filo di brezza sull’acqua / c’è qualche albero illustre / la magnolia il cipresso l’ippocastano…” Sono i versi di una lirica di Eugenio Montale intitolata “Sul lago d’Orta”. Anche lui, come molti altri letterati, rimase ammaliato dal fascino misterioso che rapisce chi si affaccia su questo lago, meta dell’itinerario di oggi, che si può effettuare in una giornata, ma meglio in due, con pernottamento a Orta San Giulio. Per giungervi si percorre la sponda piemontese del Lago Maggiore fino a Fondo Toce. Arrivati a Verbania vale la pena di fare una piccola deviazione di pochi chilometri per visitare il romantico villaggio di Mergozzo, che si affaccia su un minuscolo lago omonimo. Pochi chilometri più avanti possiamo vedere le cave di Candoglia, dalle quali è stato estratto il marmo rosa donato, nel 1390, da Gian Galeazzo Visconti alla Fabbrica del Duomo di Milano.
“Un delizioso piccolo lago ai piedi del Monte Rosa, un’isola adagiata in acque calme, civettuola e semplice, naturale eppure adorna, solitaria e ben accompagnata: eleganti boschetti, statue d’un bell’effetto. Intorno, rive allo stesso tempo silvestri e coltivate: il grandioso e i suoi tumulti al di fuori, dentro le proporzioni umane”. Ci appaiono così, come descritte da Honoré de Balzac, le quiete rive del lago d’Orta.
Per visitare Orta San Giulio bisogna contare una mezza giornata abbondante, ma è piacevole trattenersi anche più a lungo. È un incantevole villaggio formato da un dedalo di stradine, che dalla collina scendono al lago. Le pittoresche piazzette, le case in pietra, gli eleganti palazzi barocchi, valorizzati dall’assoluta assenza di traffico motorizzato, non mancano di affascinarci. Mentre beviamo un aperitivo nella piazza principale Mario Motta, dove ogni mercoledì si tiene un animato mercato, davanti a noi si erge il piccolo e grazioso palazzo della Comunità, costruito nel 1582. Dall’approdo raggiungiamo, in cinque minuti di motoscafo, l’isola di San Giulio, considerata il gioiello più prezioso. Secondo la leggenda fu fondata nel 390 da San Giulio, di cui si conservano le spoglie, che l’avrebbe liberata dai serpenti fondandovi una chiesa. A forma ellittica, è molto piccola (lunga 275 metri e larga140) e interamente occupata dalla bella basilica romanica, dall’ex seminario, ora convento, e dalle discrete ville con i loro giardini. Se la si visita all’infuori degli orari di punta, affascina per l’intimità e il mistico silenzio.
Torniamo al villaggio e dalla piazza saliamo verso la scenografica chiesa settecentesca di S. Maria Assunta. Lungo via Corinna Caire Albertoletti si allinea una suggestiva serie di antichi edifici. Proseguiamo la salita che ci porta in pochi minuti al Sacro Monte. Si tratta di un luogo idilliaco, che domina il borgo e il lago dall’altezza di 400 metri. In un bosco di pini e faggi con piante secolari ventuno cappelle, sapientemente distribuite a spirale sulla collina, raccontano la vita di San Francesco, con statue in cotto dipinto e affreschi. Il luogo, con splendidi panorami sul lago, ispira pace e meditazione, soprattutto in autunno.
Se decidete di fermarvi per una notte vi consiglio di trascorrerla all’albergo San Rocco (tel. 00390322 911977), situato in riva al lago con una splendida vista sull’isola di San Giulio, e di cenare al Villa Crespi (tel. 00390322 911902): due stelle della prestigiosa guida Michelin.