Danimarca – Tra paesaggi marini selvaggi e una campagna armoniosa
Danimarca – Una monarchia antica e democratica
Nella più antica monarchia del mondo si vive come i gatti nel periodo estivo e come gli orsi in quello invernale. Quando esce un tiepido raggio di sole, la città impazzisce.
Dopo avere unificato la Danimarca e la Norvegia, Harald “Dente blu” nel 980 scelse Roskilde come capitale del suo nuovo regno. La città perse la sua importanza politica nel 1417 quando Erik Pomerania spostò la capitale a Copenhagen. Nella cattedrale romanica, che sorge al centro della città nelle vicinanze della piazza, sono seppelliti i monarchi danesi fino alle recenti generazioni. Roskilde riveste pertanto un ruolo di primo piano nella storia del paese.
Sulle orme dei vichinghi
Il Museo delle navi vichinghe ricorda l’importanza di questa cittadina in epoca vichinga. Espone i ritrovamenti di cinque navi vichinghe, costruite tra il 1030 e il 1042, riassemblati con cura certosina su nuove intelaiature. Permettono di capire quali fossero la struttura e le funzioni di queste imbarcazioni, che offrono un’interessante panoramica di quelle che erano le diverse tipologie in epoca vichinga. Sono infatti esposti un mercantile costruito per affrontare le traversate transoceaniche, una nave da guerra di 30 metri del tipo utilizzato per compiere incursioni all’estero, un mercantile costiero, una nave da guerra di 17 metri probabilmente impiegata in una zona baltica e un peschereccio. Nel fiordo accanto al museo si possono poi vedere le ricostruzioni di queste imbarcazioni con la spiegazione delle tecniche costruttive vichinghe. Un filmato presenta la navigazione da Roskilde a Dublino effettuata nel 2008 con una di queste navi ricostruite, seguendo naturalmente le rotte dei vichinghi. Sembra che l’incredibile agilità di questi vascelli fosse dovuta alla leggerezza dei materiali usati nella costruzione. In mare non c’era flotta o popolo che potesse contrastare la supremazia vichinga. Tra l’VIII e l’XI secolo, grazie soprattutto a questa supremazia i vichinghi riuscirono a invadere l’Inghilterra, a saccheggiare Parigi, a impadronirsi della Normandia, a conquistare Kiev, a combattere persino contro i greci alle porte di Costantinopoli.
Tre castelli che fecero la storia del paese
Dall’epoca vichinga facciamo un salto di alcuni secoli per visitare tre castelli importanti per la storia della Danimarca: Fredensborg, attuale residenza estiva dei sovrani; Frederiksborg, che per un secolo servì da residenza reale e Kronborg, che l’Amleto di Shakespeare ha reso noto nel mondo intero.
Fredensborg lo si può visitare solo in luglio quando la famiglia reale danese è assente. È però aperto al pubblico fino a tarda sera lo splendido parco che circonda la residenza e dove è molto piacevole passeggiare. Nei pressi c’è un albergo, stellato ma purtroppo decadente, ricavato da una classica locanda per gli ospiti fatta costruire da Federico IV nel 1723.
A pochi chilometri di distanza si trova il castello di Frederiksborg, che si estende su tre piccole isole in mezzo al lago Slotsso. Fino all’abolizione della monarchia assoluta i monarchi danesi furono consacrati nella splendida cappella del castello. Nella seconda metà dell’800 un incendio lo distrusse quasi completamente, ma venne rapidamente restaurato grazie all’aiuto di tutta la nazione e in particolare di J.C. Jacobsen, proprietario del birrificio Carlsberg. Dal 1882 è stato trasformato in Museo nazionale di storia danese, con mobilio, oggetti di interesse storico, ritratti e quadri. La parte più interessante della visita è comunque rappresentata dagli imponenti saloni.
Per recarsi a Helsingor, dove si trova Kronborg il castello di Amleto, vale la pena di fare una piccola deviazione verso la punta settentrionale dello Sjaelland, dove gli amanti del mare possono ammirare le splendide distese di sabbia di Hornbaek e Tivildeleje.
Il castello di Kronborg ospita da secoli un fantasma eccellente: quello del principe folle, reso reale dal genio di Shakespeare. Si narra che sulla terrazza di questo castello Amleto abbia visto il fantasma di suo padre avviluppato da una spessa coltre di nebbia. In verità sembra che Shakespeare non abbia mai visitato Kronborg con la sua imponente mole, sottolineata dalle alte torri e da un tetto di rame verde sormontato da eleganti guglie che tagliano il cielo. Si possono visitare la cappella, le stanze reali, la sala da ballo e ammirare un’importante collezione di arazzi. Il castello conserva un’atmosfera lugubre e misteriosa che ricorda ad ogni angolo il capolavoro di Shakespeare.
Copenhagen rilassata e febbrile
La prima sensazione che si prova passeggiando per le vie della capitale danese è del tutto particolare: rilassata ma al tempo stesso febbrile. La guida Michelin la definisce “un affascinante centro urbano di provincia con l’atmosfera di una capitale”. I suoi abitanti ne sono orgogliosi, si vantano di vivere nella sede della monarchia più antica del mondo e si cullano nel mito della democrazia ideale e della prospera tranquillità. Si narra che per vivere felici a Copenhagen basti apprendere un segreto: ci si deve trasformare in gatti da maggio a settembre e in orsi da ottobre ad aprile. L’orso campa beato nel calduccio della sua tana; il gatto, al contrario, ama vivere all’aperto, e quando trova un pertugio se la fila di casa per passeggiare magari su un tetto. In effetti il sole sembra rappresentare la vera ossessione di questo popolo: quando esce un tiepido raggio la città impazzisce e la sua via più affascinante, il Nihavn, un canale scavato alla fine del XVII secolo e oggi arteriavivacissima con le facciate delle case a pignoni tinteggiate a colori vivaci, si affolla. Tutto in questa città sembra volerci ricordare che quasi cinque secoli fa fu la capitale di un impero scandinavo che comprendeva Danimarca, Svezia e Norvegia, e che durante il regno di Cristiano IV, alla fine del Cinquecento, fu sede di una delle corti più splendide d’Europa. Copenhagen colpisce infatti i visitatori per la sua inattesa grandiosità monumentale: le ampie strade, i superbi castelli regali di Amalienborg (attuale sede della regina) e di Rosenborg, il solenne Christiansborg, sede del parlamento danese, le decine di torri, le chiese imponenti, i vastissimi parchi, i musei spettacolari, il dispiegamento di architetture neoclassiche, barocche, rinascimentali e della nostra epoca. Ma il simbolo di questa città rimane la celeberrima sirenetta seduta su una roccia che guarda il mare con infinita malinconia. È opera dell’artista danese Edvard Eriksen. La scolpì nel 1913 ispirato da una favola di Andersen, che narra la storia di una figlia del re del mare, la quale ha la disgrazia di innamorarsi di un principe “terrestre”.
Itinerario
1° giorno
Copenhagen-Odense (120 km)
2° giorno
Odense-Åhrus-Skagen (400 km)
3° giorno
Skagen-Frederikshavn-Ribe (432 km)
4° giorno
Ribe-Egeskov-Fåborg (175 km)
5° giorno
Fåborg-Mons Klint-Praestø (265 km)
6° giorno
Praestø-Roskilde-Hillerød (130 km)
7° giorno
Hillerød-Helsingør-Copenhagen (110 km)
8° e 9° giorno
Copenhagen
Bibiografia
Svezia, Norvegia, Danimarca La guida verde Michelin, Milano 2007
Danimarca Lonely Planet, edizione 2008
Danimarca, Islanda Guide d’Europa, Touring Club Italiano, Milano 2001
Danimarca Le Guide Mondadori, Milano 2008
Copenhagen e Danimarca Guide Low Cost, Firenze 2009
Copenhagen-Danimarca Meridiani no. 49, giugno 1996