Francia – Nel Languedoc-Roussillon vicino alla frontiera spagnola

Francia – Nelle terre dove si consumò la tragedia degli eretici catari
Francia – L’armonia di Toulouse tra passato e presente

Un viaggio nel cuore dei territori che diedero i natali o ospitarono personaggi chiave della cultura francese come Molière, Toulouse-Lautrec, Matisse e Gauguin. Alla scoperta di città che hanno saputo conciliare tradizione storica e sviluppo industriale. Sulla splendida Côte Vermeille che al tramonto si colora di rosso.

Lasciate alle spalle la Costa Azzurra e la Provenza, oltrepassato il Rodano, si prosegue verso sud lungo la costa mediterranea fino al confine con la Spagna catalana per scoprire un mondo meno turistico che vi sorprenderà. Ci troviamo nel Languedoc-Roussillon. Le rocche catare ricordano le sanguinose battaglie del medioevo, ma anche il tempo in cui la lingua d’oc univa la storia e la letteratura di questa terra per raccontare la sua leggenda. Fondata sull’antico latino del clero, ma più viva, più docile e galante, la lingua dei trovatori del XII secolo compì il miracolo di unificare le genti del Sud e di incantare le corti vicine con la sua poesia. La Languedoc ama tuttora conservare la sua eredità occitana, così come il Roussillon, possedimento spagnolo fino al trattato dei Pirenei (1659), mantiene forti accenti d’influenza catalana. Questa terra appassionata, bruciata dal sole e ricca di tradizioni, ha fatto parte della Catalogna per secoli. Francese sulla carta resta profondamente catalana nell’animo, con la sua lingua, con le sue fiestas in cui la sangria scorre a fiumi e con la sua danza folcloristica chiamata sardana.
Il Languedoc-Roussillon offre una ricchezza immensa di natura, storia, arte e cultura, ma anche le grandiose officine che hanno visto nascere il supersonico Concorde e i modernissimi Airbus. Per visitare tutte le città e i luoghi degni di nota ci vorrebbero settimane. Il nostro itinerario, che si articola su nove giorni, è frutto di scelte impietose, dettate da interessi storici – castelli e conventi che furono protagonisti della tragica vicenda della corrente cattolica dissidente dei Catari – e artistici per quanto riguarda le città.

Albi, città natale di Toulouse-Lautrec
La terra si tinge di rosso, man mano che ci si avvicina ad Albi, dello stesso colore dei mattoni con cui sono costruiti i monumenti e le case di questa città, come quelli della vicina Toulouse, che dista una settantina di chilometri. Su uno sperone di roccia che domina il fiume Tarn svetta maestosa la cattedrale di Santa Cecilia. È circondata da verdi poggi che creano un suggestivo contrasto con il vermiglio dei mattoni. A vederla da lontano ricorda una fortezza vittoriosa a testimonianza dello spietato potere della Chiesa che tra il XII e il XIII secolo annientò il movimento eretico dei catari, chiamati anche albigesi perché ebbero le loro origini in questa città. Capolavoro del gotico meridionale è considerata una delle cattedrali architettonicamente più importanti di Francia. Massiccia e severa all’esterno, internamente è ingentilita da un recinto marmoreo che delimita il coro, così abilmente scolpito nel calcare bianco da apparire come un ricamo.
Sulla stessa piazza si affaccia l’ex sede arcivescovile, un maestoso palazzo seicentesco che ospita la più ricca collezione al mondo di opere di Toulouse-Lautrec. Il pittore del Moulin Rouge, narratore sagace, brillante e quasi impertinente d’un preciso contesto storico, cioè l’alba della Bella Èpoque, nacque ad Albi nel 1864 da una ricca famiglia nobile. Fragile, sgraziato, minato dal nanismo morì a 37 anni alcolizzato e malato di sifilide. Pittore alieno dai falsi pudori e da ogni moralismo, incompreso dalla famiglia che gli chiedeva di firmarsi con uno pseudonimo, ebbe un’esistenza infelice nonostante il successo della sua opera. Le sue composizioni sono animate da facoltosi signori e prostitute d’alto rango: al centro si trova spesso una donna con i capelli tinti di biondo o di rosso, uno sguardo invitante, il trucco pesante, l’aria sfrontata; gli uomini sono in seconda fila: buoni, s’intuisce, solo per il loro denaro.

Toulouse, patria del Concorde, ma…
Toulouse è una città affascinante e per me è stata una scoperta. Si racconta che la “ville rose” sia rosa all’alba, dorata a mezzogiorno e fiammeggiante al tramonto, una magia prodotta dalle tonalità che assumono i mattoni d’argilla del fiume Garonna con cui sono costruiti i palazzi, i muri, le splendide chiese del settimo centro urbano di Francia. Nonostante abbia una popolazione di oltre mezzo milione di abitanti e sia sede dell’industria aeronautica francese ed europea si offre al visitatore con un’atmosfera rilassata e simpatica che lo fa sentire a proprio agio. Passeggiando per le antiche vie del centro storico si percepisce una vitalità moderna e al tempo stesso la tradizione di questa città che fu capitale dell’antico Languedoc e vide nascere all’inizio del XIV secolo la più antica società letteraria europea per perorare la causa della langue d’oc, la lingua della Francia meridionale. Il papato considerava Toulouse una roccaforte per consolidare il suo potere temporale, per riconquistare la Spagna sottraendola ai musulmani e per estirpare l’eresia catara. Nel XVI secolo la città conobbe un momento di splendore perché depositaria del segreto dell’ “oro blu”, un colore ottenuto dal pastel, una pianta il cui fogliame macerato e lavorato dava una tintura azzurra indelebile. Un secolo più tardi un visionario costruì il Canal du Midi per collegare Toulouse al Mediterraneo. Nell’ottocento arrivò il collegamento con l’Atlantico tramite il Canal de la Garonne. Anche la storia dell’aviazione deve molto a questa città, oggi capitale europea dell’aeronautica con gli enormi stabilimenti, ogni anno visitati da centinaia di migliaia di persone, dove vengono costruiti i prestigiosi Airbus.
La maestosa cattedrale di St. Sternin, la più grande chiesa romanica d’Europa, sta a testimoniare l’importanza attribuita dal papato a Toulouse. Costruita tra la fine del XI e la metà del XIII secolo costituiva una tappa d’obbligo per i pellegrini che seguivano il cammino verso Santiago di Compostela. Sostavano qui per venerare l’inestimabile raccolta di reliquie di santi ospitate nel deambulatorio.
Precorre invece di quasi due secoli la costruzione delle volte acute proposte dal tardo gotico la soluzione escogitata dall’architetto nel convento dei Jacobins per unire due chiese con un’ardita volta a nervature composta da 22 archi radiali.
Da non perdere inoltre la ricca collezione di sculture e capitelli romanici del XII esposte nel Musée des Augustins.

Dalla Pézenas, di Molière…
Passeggiando per le vie lunghe e strette di Pézenas si incontrano dimore signorili e residenze seicentesche adorne di eleganti balconi in ferro battuto ed elaborati portali che riportano indietro nel tempo. La cittadina ha mantenuto la sua struttura antica. Place Gambetta non è probabilmente cambiata molto rispetto al seicento, quando il grande commediografo francese Jean-Baptiste Poquelin detto Molière (1622-1673) si sedeva nella bottega del barbiere Gély per ascoltare le chiacchiere dei clienti e trarne ispirazione per le sue pièce, che proponevano una critica feroce alla morale dell’epoca, mettendo in luce gli aspetti comici della vita mondana del tempo. Attento osservatore della realtà, Molière può essere considerato un precursore del teatro moderno. Nel palazzo Peyrat viene proposto uno spettacolo con filmati tridimensionali che percorre le tappe principali della vita del grande commediografo, partendo dall’infanzia quando il nonno materno gli trasmise la passione per il teatro, passando per i momenti difficili della carriera per giungere al trionfo dell’attore-autore, grande conoscitore dei gusti del pubblico e apprezzato dal sovrano Luigi XIV.

…alla Collioure di Matisse e Derein
La Côte Vermeille deve il suo nome al colore rosso-rosato che assume al tramonto. Inoltrandosi nella campagna ai piedi dei Pirenei tra vigneti e coltivazioni di mandorli e fichi si può salire verso un’emozionante “Haute corniche”. Larga poco più di un’automobile costeggia il mare, evidenziandone tutta la gamma dei blu, e offre indimenticabili vedute sulla costa scogliosa e sui suoi villaggi. Quando si scende e si percorre la litoranea quelle borgate che si affacciano sul mare perdono lo charme che avevano osservati dall’alto, salvo Collioure. Questa affascinante cittadina si affaccia su due porticcioli separati dal castello del XIII secolo e offre un piacevole lungomare che porta a una seicentesca chiesina fortificata da cui si dipartono viuzze dai balconi fioriti e pittoresche scalinate su cui si annidano i caffè all’aperto. “Nessun cielo di Francia è più bello di quello di Collioure. Mi basta aprire le imposte della mia stanza per avere davanti a me tutti i colori del Mediterraneo”. Così scriveva Henri Matisse (1869-1954) nell’estate del 1905 al collega pittore André Derain (1880-1954) per convincerlo “che un soggiorno qui è assolutamente necessario per il suo lavoro”. Derain lo raggiungerà e quell’estate i due colleghi lavoreranno fianco a fianco davanti al mare di Collioure: il colore deflagrerà violento dalle loro tele per dare vita al “fauvisme”, un movimento senza regole e senza divieti, ribelle e anarchico, rivoluzionario, che contrapponeva la verità dell’emozione alla consueta verità della visione. La violenza di quella luce del sud cancellava la profondità, appiattiva i volumi, sopprimeva le ombre e, soprattutto esaltava i colori facendoli esplodere sulla tela “come cartucce di dinamite”.

Itinerario

1° giorno
Locarno-Castillon du Gard (646 km)

2° giorno
Castillon du Gard-Albi

3° giorno
Albi-Tolosa-Carcassone (135 km)

4° giorno
Carcassone-Fontfroide-St. André de Roquelongue (70 km)

5° giorno (Castelli Catari)
St. André de Roquelongue-Termes- Ch. Aguilar-Ch. Queribus-Ch. Peyrepertuse-Cucugnan (130 km)

6° giorno (Conventi)
Cucugnan-St. Antoine-Serratone-St. Michel-Moltig (135 km)

7° giorno (La Côte Vermeille)
Moltig-Collioure (150 km)

8° giorno
Collioure-Pézenas-Salon de Provence (326 km)

9° giorno
Salon de Provence-Locarno (635 km)

Francia – L’armonia di Toulouse tra passato e presente

Francia – Nel Languedoc-Roussillon vicino alla frontiera spagnola
Francia – Nelle terre dove si consumò la tragedia degli eretici catari

La piazza principale di Toulouse, su cui si affaccia una delle chiese romaniche più importanti di Francia, è cosparsa delle lucine blu che delimitano le piste degli aeroporti. La città è infatti sede dell’Aérospatiale, la patria del Concorde e la fabbrica degli Airbus. Agli aerei deve pertanto la sua ricchezza attuale: quelle lucine sono un grazie per l’occupazione e per l’indotto che quell’industria produce. Ma sono anche un segno della capacità di sottolineare il senso del tempo che passa e del presente che si sovrappone al passato.
Il sud della Francia, di cui propongo un itinerario nella regione del Languedoc-Roussillon, offre una ricchezza immensa di natura, storia, arte e cultura, ma ospita pure grandiose officine dove vengono costruiti gran parte degli aerei che solcano i cieli del mondo intero. Non si tratta di un caso, ma di una tradizione verso l’innovazione che affonda le sue radici nella storia.
Nel XIII secolo Toulouse era considerata una delle città più importanti d’Europa dopo Roma e Venezia. La spietata crociata indetta nel 1209 da Papa Innocente III contro gli eretici albigesi con l’appoggio dei signori del nord, interessati a conquistare il sud, pose fine alla dinastia dei Raymond, che avevano garantito quattro secoli di prosperità.
Nel Cinquecento la città tornò ad essere famosa nel mondo perché depositaria del segreto dell’ “oro blu”: il pastel, una pianta il cui fogliame macerato e lavorato dava una tintura azzurra indelebile, che un secolo più tardi sarà sostituito dall’indaco proveniente dalle Indie e dalle Americhe.
Già i romani, Carlo Magno, Francesco I ed Enrico IV avevano accarezzato l’idea di collegare l’Atlantico al Mediterraneo, ma questo folle progetto fu messo in pratica a Toulouse da Pierre-Paul Riquet (1604-1680), un uomo ricco e geniale. Gli scavi iniziarono nel 1667. Furono realizzati a mano da 12 mila uomini sul tragitto dei 241 km che dividevano la città dal Mediterraneo. Il Canal du Midi, largo 19 metri con un’ottantina di chiuse, capolavoro dell’ingegneria idraulica, fu inaugurato nel 1681. Una flotta di 24 imbarcazioni trainate da cavalli compì il viaggio inaugurale. Quest’opera diede un forte impulso all’economia del sud della Francia, stimolando un intenso traffico di vino, grano, olio, spezie, tessuti e altri prodotti. Rimaneva però incompiuto il romantico sogno di Riquet di navigare tra i due mari. Perché si realizzasse si dovrà attendere fino al 1856 quando attraverso un’altra opera ciclopica, il Canal de la Garonne, Toulouse veniva collegata all’Atlantico. Era il trionfo della modernità. Eppure pochi anni più tardi con l’avvento dei collegamenti ferroviari i due canali apparvero all’improvviso vie di comunicazione lente e ormai antiquate.
Ma il fuoco dell’innovazione non si spense e pochi anni dopo, nel 1870, un altro pioniere, Clémonet Ader, poneva le basi per il futuro dell’industria aeronautica con la costruzione a Toulouse di aerostati e dirigibili. Nel 1918 Pierre Latécoère costruì un velivolo per l’esercito francese impegnato nella prima guerra mondiale. Da Toulouse vennero stabiliti collegamenti aerei postali con l’Africa e le Americhe. Venivano poste le basi per la nascita di un’industria che negli anni Cinquanta produsse il Caravelle, uno dei primi aerei a reazione per voli internazionali di linea. Dagli stabilimenti di Toulouse il 2 marzo 1969 prese il volo il Concorde, primo e unico aereo supersonico per viaggiatori. Oggi dagli stabilimenti dell’Aérospatiale escono i prestigiosi Airbus, frutto di un consorzio tra ditte francesi, inglesi, tedesche e spagnole, che contendono il mercato all’americana Boeing. Decine di migliaia di persone ogni anno visitano questi stabilimenti come se si trattasse di un parco divertimenti e gli accompagnatori non mancano di mettere in evidenza i pregi delle creature francesi rispetto a quelle del concorrente d’oltre Oceano.