Il mare incontaminato della “Riserva naturale regionale del Conero”. Colline armoniose, ricoperte di vigneti, ulivi e gialli girasoli. Artistici centri urbani come Ascoli, Piceno, con una delle piazze più belle d’Italia, e la rinascimentale Urbino
Colline armoniose ricoperte di vigneti, ulivi e gialli girasoli che si estendono fino al mare. Spiagge sterminate che si impreziosiscono avvicinandosi alla “Riserva naturale regionale del Conero”. Due splendide città medioevali come Urbino e Ascoli Piceno. Piccoli borghi cinti da possenti mura come i famosi Offida e Gradara. Monasteri romanici immersi in una natura incontaminata. Una ricca proposta enogastronomica condita dai tartufi, con punte di diamante nei ristoranti due stelle Michelin a Senigallia. La patria degli outlet nel paradiso delle scarpe e dell’abbigliamento, ma anche dei teatri: all’inizio del Novecento si contavano oltre 100 palcoscenici, dei quali se ne sono conservati una settantina.
Le Marche sono tutto questo. Ma non pensate di trovare una fotocopia della Toscana, perché rischiereste di rimanere delusi, come è accaduto al sottoscritto. In un itinerario ipotetico segnalerò i luoghi più suggestivi visitati durante una vacanza tra mare e visite. Sì, perché le Marche, a differenza di altre regioni d’Italia, permettono di conciliare la vita di spiaggia con la scoperta di paesaggi, borghi e città.
Una delle piazze più belle d’Italia
Per l’omogeneità dei suoi edifici in travertino Ascoli Piceno, che si raggiunge in circa 6 ore d’automobile dal Ticino, è chiamata la piccola Siena. Il cuore della città è costituito dalla Piazza del Popolo, considerata una delle più belle d’Italia con i suoi edifici gotici e rinascimentali e gli eleganti portici. Il suo lastricato in travertino è reso lucido dalle passeggiate degli ascolani nel corso dei secoli. Ancora oggi uno dei riti della città consiste nel darsi appuntamento nel salotto cittadino per un aperitivo, possibilmente al Caffè Meletti per assaggiare la celebre anisetta, che il locale produce da oltre un secolo. Altro punto cardine cittadino è Piazza Arringo, su cui si affacciano la cattedrale ed i palazzi comunale e vescovile con l’interessante pinacoteca. Passeggiare per le vie del centro storico, ricco di monumenti in travertino che assumono sfumature di colore diverse a seconda del volgere delle ore, è molto rilassante. Un’atmosfera poco stressata ci ricorda di essere ormai alle porte del Mezzogiorno. Per gli appassionati d’arte moderna vale la pena di visitare la sezione della Galleria d’arte contemporanea dedicata al pittore Osvaldo Licini (1894-1958), che nacque vicino ad Ascoli, studiò a Bologna assieme a Modigliani e poi, sempre assieme lui, fece carriera a Parigi. Il museo si affaccia su Corso Mazzini, la via nobile della città fiancheggiata da palazzi di varie epoche. Ascoli è denominata anche la città delle 100 torri, di cui ne rimangono però ben poche, dopo che nel XIII secolo Federico II ne distrusse ben 91. Non lasciate Ascoli prima di avere assaggiato al ristorante “Gallo d’oro” le famose olive fritte all’ascolana, che sotto la doratura nascondono un ripieno sopraffino.
Tra vigneti e uliveti
Uscendo da Ascoli in direzione nord verso Offida si entra in un’armoniosa campagna collinare cosparsa di vigneti e di uliveti. Offida propone un piccolo centro con edifici medioevali conservati molto bene. Passeggiando per le strette viuzze che confluiscono nella bella Piazza del Popolo non si può non rimanere incantati da un’immagine che sa di antico: le donne che lavorano il tombolo davanti all’uscio di casa, seguendo una tradizione che si tramandano da generazioni. In un così piccolo villaggio sorprende poi di scoprire l’imponente teatro Serpente Aureo, recentemente restaurato e con un ricco cartellone. Ma nelle Marche ogni paesino che si rispetti ha il suo teatro, di cui è orgoglioso. Ai margini del borgo sull’apice di una collina, da cui si gode uno splendido panorama sulla campagna circostante, sorge l’austera Santa Maria della Rocca con splendidi affreschi del XIV secolo.
Il nostro itinerario prosegue verso nord in direzione di Fermo, passando per Monterubbiano, in un mosaico di campi, vigne, uliveti, che è una gioia per gli occhi.
Fermo, secolare città antagonista di Ascoli Piceno, circondata da possenti mura, è nota soprattutto per la sua piazza principale – non poteva non chiamarsi Piazza del Popolo – che affascina per la sua armonia e per le sue ampie proporzioni. Sul balcone del Palazzo dei Priori, che si affaccia sulla piazza, siede papa Sisto V, forse per simbolizzare la secolare fedeltà professata da questa città al papato. Dal piazzale Girfalco, che domina il borgo ed ospita il duomo con un bellissimo portale del XIII secolo, il panorama sul paesaggio circostante è splendido.
Tra sacro e profano
Si prosegue in direzione nord verso Sant’Elpidio a Mare, il regno della calzatura, che contrariamente all’apparenza si trova nell’entroterra. Qui viene fabbricata la maggior parte delle scarpe italiane esportate in tutto il mondo. L’outlet più noto è quello delle Tod’s Hogan, ma si trovano anche quelli di altre firme prestigiose come Fratelli Rossetti, Prada, eccetera.
Proseguendo sempre in direzione nord si giunge nella Valle del Chienti, dove a pochi chilometri di distanza uno dall’altro si trovano interessanti luoghi spirituali: il convento benedettino di Santa Maria a Piè di Chienti (1125), la chiesa di San Claudio (XI secolo) con l’originale portale fiancheggiato da due torri e l’interessante Abbazia di Fiastra, che merita una visita approfondita. Seguendo l’ottima audioguida si ripercorre la vita nel monastero nel corso dei secoli ammirando l’originaria architettura cistercense, che esprime in modo suggestivo la semplicità e l’umiltà su cui si fonda la riforma monastica operata da San Bernardo di Chiaravalle. Una delle regole, di origine benedettina, recita “ora et labora” (prega e lavora). Il lavoro, accanto alla preghiera, è sempre stato tenuto in grande considerazione dall’ordine, come si può notare visitando il “Cellarium” (deposito delle merci), la “Sala delle Oliere”, dove veniva prodotto l’olio, nonché le “Grotte” e le “Cantine”, dove veniva conservato e prodotto il vino.
Le Marche ospitano anche uno dei santuari più celebri della penisola e uno dei maggiori della Cristianità, visitato nel corso dei secoli da una miriade di pellegrini e ancora oggi da 4 milioni all’anno. Si tratta del santuario della Santa Casa di Loreto, attorno al quale è sorto un villaggio, circondato da possenti mura, dove la maggior parte dei cittadini vivono di turismo religioso. Oltrepassate le mura attraverso la porta Romana, lungo Corso Boccalini si raggiunge la tardorinascimentale piazza della Madonna, su cui si affaccia il santuario. Secondo la leggenda quattro angeli avrebbero trasportato da Nazareth dapprima all’Istria e quindi a Loreto la casa della Madre di Cristo per proteggerla dai musulmani. Sembra che le pietre dell’abitazione provengano effettivamente dalla grotta annessa alla casa dei genitori di Maria, ma furono trasportate in nave dai crociati. All’inizio del XVI secolo, attorno alla casa, venne costruito un rivestimento marmoreo di grande pregio, considerato “l’espressione più complessa della scultura cinquecentesca”.
Tra mare e colline
Il Parco naturale del monte Conero costituisce uno dei rarissimi tratti rocciosi della costa marchigiana e propone certamente le spiagge più suggestive di tutta la regione. Talune sono di difficile accesso, ma la zona è un paradiso per chi ama trascorrere le vacanze in gommone. La terrazza più suggestiva da cui si può ammirare la bellezza di questa parte della costa si trova in piazza Vittorio Veneto a Sirolo, un pittoresco villaggio che si erge su una falesia.
Un chilometro e mezzo di cinta muraria abbraccia invece la parte più antica della graziosa città di Jesi. Il tessuto urbano è scandito da un susseguirsi di piazze in un complesso architettonico compatto che integra armoniosamente tra loro edifici storici di epoche diverse. Anello di congiunzione tra la parte più antica della città e quella cinquecentesca è Piazza della Repubblica, su cui si affaccia il settecentesco teatro Pergolesi, uno dei maggiori templi della lirica italiana.
Proseguendo in direzione nord verso Senigallia e quindi Gradara, vale la pena di fare due brevi soste a Morro d’Alba, dove si può camminare sulle mura, e a Ostra, un grazioso villaggio dove in Piazza dei Martiri troneggia una suggestiva torre medioevale e si affaccia un graziosissimo teatro, che non pensereste mai di trovare quassù.
Si può dire quello che si vuole, ma Gradara, nonostante sia un villaggio estremamente turistico, mantiene il suo fascino. Con la sua doppia cinta muraria e le 17 torri appare scenografica sin da lontano. La rocca è celebre perché vi si sarebbe svolta la tragica storia d’amore di Paolo e Francesca narrata da Dante nella “Divina commedia” e ripresa da Boccaccio, da D’Annunzio e da numerosi pittori famosi. Paolo aveva chiesto la mano di Francesca per il fratello Giovanni, deturpato da un piede caprino. Ma i due cognati s’innamorarono uno dell’altro e continuarono a frequentarsi anche dopo il matrimonio. Quando Giovanni sorprese la coppia in atteggiamenti dolci li uccise entrambi.
La bella Urbino, città di Raffaello
Non per caso chiudiamo il nostro itinerario con Urbino: la tappa più bella di un viaggio bisognerebbe infatti lasciarla possibilmente sempre per ultima. Eletta patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco questa città permette di passeggiare sulle tracce del Rinascimento italiano, non solo visitando l’imponente Palazzo Ducale, ma passeggiando per tutto il centro urbano. Il suo periodo di massimo splendore lo conobbe sotto la signoria del duca Federico da Montefeltro (1442-1482), saggio condottiero, fine letterato e collezionista, protettore degli artisti. Fu durante il suo regno che venne progettato e costruito da Luciano Laurana il Palazzo Ducale, capolavoro di gusto ed equilibrio. Al suo interno ospita la Galleria Nazionale delle Marche con capolavori come la “Profanazione dell’ostia” di Paolo Uccello, la “Madonna di Senigallia” e la “Flagellazione” di Piero della Francesca, “La Muta” di Raffaello. Proprio quel Raffaello Santi, detto Sanzio, che venne al mondo nel 1483 in questa città e di cui si può visitare la casa natale, dove sono esposte opere del padre Giovanni Santi. Prima di andare a zonzo per vicoli, palazzi e chiese, vale la pena di visitare ancora l’Oratorio di San Giovanni, completamente decorato con splendidi affreschi del XIV secolo di Jacopo e Lorenzo Salimbeni. Cuore della città è l’animatissima Piazza della Repubblica. Sedendovi al tavolo di uno dei suoi caffè per l’aperitivo vi renderete conto di quale sia il ruolo dell’università in questa città: si dice che il numero degli studenti superi quello degli abitanti.
Bibliografia
Italia La Guida Verde Michelin, Milano 2002
Marche Dumont, Milano 2011
Marche Touring Club Italiano, Milano 2008