Puglia – Nel magico Salento

Puglia – Dall’incanto dei Trulli sconfinando in Basilicata sino alla misteriosa Matera

Da Lecce e poi lungo la costa, un viaggio attraverso regioni dove si parla ancora un dialetto greco, per approdare a Otranto, “la bianca”. Le tappe sulla spettacolare litoranea che percorre il tacco dello “stivale” d’Italia per raggiungere Gallipoli, l’isola fortezza collegata alla terraferma da un antico ponte.

Occorre almeno una settimana per visitare i luoghi più significativi della Puglia, dal Salento al Gargano, con un breve sconfinamento in Basilicata per ammirare Matera, che da sola vale il viaggio. Il nostro affascinante itinerario circolare permette di scoprire le meraviglie del Barocco pugliese soprattutto a Lecce, Nardò e Martina Franca, le magnifiche e austere chiese romaniche sparse su tutto il territorio, borghi orientaleggianti rimasti intatti per secoli con case basse e bianchissime, spettacolari litorali, campagne armoniose popolate da uliveti millenari e vastissimi vigneti, paesaggi di fata come quelli dei trulli di Alberobello. Ma si fanno anche incontri speciali, come quello con Federico II, nipote del Barbarossa, che tanto amò queste terre, dove lasciò numerose testimonianze della sua poliedrica cultura. In particolare quel Castel del Monte, che potrebbe aver progettato lui stesso, ma che avrebbe potuto essere disegnato da un grande architetto del nostro tempo, tanto è essenziale la sua struttura. Se a tutto questo si aggiunge una cucina straordinaria, un’interessante produzione enologica, strutture ricettive di qualità, ci sono tutti gli ingredienti per una vacanza perfetta.
L’itinerario descritto si articola su circa 1.300 chilometri. Bari, da cui prende avvio il nostro viaggio in Puglia, è facilmente raggiungibile in aereo da Bergamo. Giunti sul posto è però indispensabile noleggiare un’auto.

Capitale del barocco
La più bella città italiana si trova in un lontano angolo del tacco: si ha l’impressione che architetti e scultori abbiano ereditato lo spirito e l’ingegno delicato dei greci, che anticamente hanno abitato queste zone”. Così scriveva nel 1717 il teologo irlandese George Berkeley nel suo diario di viaggio del Grand Tour. Sono passati tre secoli, ma lo stupore del turista davanti alle meraviglie del Barocco leccese rimane lo stesso. La città ha mantenuto inalterato il suo stile; si passeggia per una giornata intera nel centro storico, in gran parte pedonalizzato, senza vedere una costruzione moderna. I momenti più suggestivi per visitare Lecce sono il tramonto – quando gli edifici si tingono d’oro – e la notte, grazie a una splendida illuminazione.
La Firenze del Barocco”, come l’ha definita nell’Ottocento lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius, è un museo all’aperto. I luoghi di maggiore fascino sono senz’altro la chiesa di Santa Croce, massima espressione del Barocco leccese, e l’imponente e armoniosa piazza del Duomo, salotto della città che si apre tra via Libertini e via Vittorio Veneto. Il Barocco a Lecce rappresenta uno dei momenti più sorprendenti e coinvolgenti dell’arte italiana. È fiorito tra il Seicento e il Settecento per celebrare la potenza e la ricchezza dei nobili latifondisti locali. Palazzi, chiese e conventi sono stati costruiti e ristrutturati interpretando in modo esuberante e fantasioso questo stile. Ne sono scaturiti suggestivi portoni, finestre, altari e facciate eleganti, decorati con incredibili ceselli, colonne tortili, vasi, fiori, frutta e mostri ricavati dalla pietra locale tenera e docile allo scalpello.
Ma la città non si ferma al Barocco. Propone anche testimonianze di epoche più remote come il teatro e l’anfiteatro romani, che si trovano pure nel centro storico.
Uno dei piaceri di un viaggio in Puglia è rappresentato dalla gastronomia. A Lecce c’è solo l’imbarazzo della scelta: noi abbiamo gustato un eccellente pasto nella semplice ma ottima osteria “Semiserio”, situata alle spalle di piazza Sant’Oronzo.

Otranto, l’orientale
La seconda giornata del nostro itinerario è piuttosto impegnativa. Si concentra sulla costa del tacco. Prima di raggiungere il mare facciamo però tappa a Galatina per visitare gli splendidi affreschi nella chiesa di santa Caterina d’Alessandria, considerata uno dei più significativi monumenti dell’arte romanica in Puglia. I meravigliosi dipinti, che ricoprono interamente la basilica, furono realizzati nella prima metà del Quattrocento da pittori di scuola giottesca e raccontano storie del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Prima di raggiungere la costa si attraversa una regione dove si parla ancora un dialetto, il griko, che risale ai tempi della colonizzazione dell’antica Grecia. Siccome le rive elleniche distano appena una settantina di chilometri da quelle pugliesi, dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 arrivarono in Puglia altri cittadini greci che rivitalizzarono l’influenza storica della loro patria importando anche riti ortodossi sopravvissuti per un paio di secoli. Il declino del griko ha coinciso con l’obbligo dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole di tutto lo stivale a partire dal Novecento.
Poche decine di chilometri ci separano dalla candida e bianchissima Otranto, la città situata più a oriente d’Italia. Solare e mediterranea, dal cuore bizantino e dalla memoria saracena, circondata da possenti mura, i suoi stretti vicoli convergono verso la cattedrale. Per cinque secoli fu uno dei porti più importanti dell’impero bizantino, punto d’imbarco strategico verso l’Oriente. A testimonianza di quell’epoca rimane la chiesetta di San Pietro del IX-X secolo, officiata per lungo tempo dal clero greco che convisse con quello locale.
A ricordare il periodo saraceno rimane un triste episodio. Nel 1480 Otranto fu assediata da un esercito di 18mila musulmani. Dopo quindici giorni capitolò. Ottocento residenti, che si erano rifugiati nella cattedrale, vennero trucidati dopo essersi rifiutati di convertirsi all’Islam.
Lo splendido centro storico custodisce un’opera d’arte unica in Occidente: il mosaico della sua cattedrale romanica, risalente al 1163, sopravvissuto alla furia dei Turchi. Misura 54 metri di lunghezza e 28 di larghezza e si compone di 600mila piastrine. Il soggetto è un albero della vita, sorretto da due elefanti, attraverso il quale viene rappresentata la cultura del tempo, frutto di un’originalissima sintesi tra la tradizione locale e quella orientale. Presenta temi biblici, come quelli della torre di Babele o del diluvio universale; storici, come il trionfo di Alessandro Magno; e altri decisamente popolari, che raccontano la vita dei contadini, dei cacciatori, storie di animali e segni zodiacali. Per evitare spiacevoli disguidi meglio verificare gli orari di apertura, perché la chiesa fa una lunga pausa dalle 12 alle sino alle 15.

Lungo la costa del “tacco”
Riprendiamo il tragitto seguendo la litoranea che si snoda verso Marina di Leuca e propone uno dei più spettacolari paesaggi costieri della penisola. Là dove le acque dell’Adriatico s’incontrano con quelle del mar Ionio si ammirano bellissimi panorami sugli scogli. In particolare dal castello di Castro, un borgo medievale che offre anche una bella passeggiata lungo le mura.
All’estrema punta del Salento si raggiunge il santuario di Santa Maria di Leuca, che sorge a picco sul mare, in un luogo dove anticamente si pensava che finisse la terra (finis terrae). Secondo la tradizione, la basilica sarebbe stata fondata da San Pietro, che dopo aver convertito la popolazione trasformò un tempio pagano dedicato a Minerva in un luogo di culto cristiano. Meta di pellegrinaggio, distrutto a più riprese, si presenta oggi nella versione del 1720, quando fu ricostruito dopo le incursioni saracene.
Proseguiamo verso Gallipoli sulla strada nell’entroterra (S274), più veloce della poco spettacolare litoranea.

Gallipoli, la “città bella”
Il centro storico della bianchissima e orientaleggiante Gallipoli, caratterizzata come Otranto da case basse e vicoli stretti, si trova su un’isoletta collegata alla terraferma da un ponte edificato nel Seicento. La “Città bella”, dal greco kalé polis, circondata da possenti mura, acquista ancora maggiore fascino di notte, sia per la discreta illuminazione, sia perché ci sono meno turisti. È davvero piacevole perdersi nel labirinto di viuzze su cui si affacciano chiese e palazzi barocchi. Vale la pena pernottare nel centro storico, dove si trovano due affascinanti alberghi (Relais Corte Palmieri e Palazzo Mosco Inn) situati in antichi edifici.
Proseguendo in direzione di Matera, distante tre ore di automobile, è d’obbligo una tappa a Nardò, che si contende con Lecce il primato di perla del Barocco. Anch’essa conobbe il suo periodo di massimo splendore nel XVII e XVIII secolo con la presenza di un’università e di accademie letterarie. Colpita nel 1743 da un terribile terremoto venne in seguito in gran parte ricostruita. Per questa ragione conserva un insieme architettonico particolarmente omogeneo giunto fino ai giorni nostri.

Itinerario
1° giorno (150 km) Bari – Lecce
2° giorno (170 km) Lecce – Galatina – Solito – Otranto – Marina di Leuca – Marina di Pesculuse – Gallipoli
3° giorno (170 km) Gallipoli – Nardò – Massafra – Matera
4° giorno (100 km) Visita guidata dei Sassi di Matera – Matera – Altamura – Castel del Monte – Montegrosso
5° giorno (241 km) Montegrosso – Mattinata – Vieste – Peschici – Vico del Gargano – Monte Sant’Angelo – Mattinata
6° giorno (220 km) Mattinata – Trani – Polignano a Mare – Monopoli – Ostuni
7° giorno (80 km) Ostuni – Martina Franca – Locorotondo – Alberobello – Cisternino
8° giono (90 km) Ostuni – Bari

Per saperne di più
Puglia Carta geografica Michelin, Italia 363, Milano 2016
Puglia La guida verde Michelin, Milano 2009
Puglia Lonely Planet, Torino 2015
Puglia Le guide Mondadori, Milano 2015
Puglia Touring Club Italiano, Milano 2004
Puglia Meridiani Anno XXVIII n° 22s6, Milano agosto t2015
Italie du Sud Guides Bleus, Vannes 2015
Italia La guida Michelin 2016, Alberghi e Ristoranti, Milano 2016
Salento Touring Editore, Milano 2015
Basilicata Touring Club Italiano, Milano 2004
Salento Meridiani Anno XXIII n° 189, Milano giugno 2010

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