Namibia – Un vero paradiso naturalistico

Namibia – Sulle dune più alte al mondo
Namibia – Passato coloniale e apartheid, pesante eredità della Namibia

È la quintessenza dell’Africa, con le dune di sabbia più alte al mondo, deserti rossi, distese di lava, canyon maestosi, coste misteriose e tanti, tanti animali. Per scoprire le gemme nascoste di questa terra si percorrono spazi immensi, attraverso paesaggi incontaminati e in gran parte disabitati

Le dune di sabbia più alte al mondo, deserti rossi, distese di lava, canyon maestosi, coste misteriose e tanti, tanti animali. La Namibia è tutto questo: una quintessenza dell’Africa. Per scoprire le gemme nascoste di questa terra si percorrono spazi immensi attraverso paesaggi incontaminati e in gran parte disabitati. La maggior parte di questo territorio, grande tre volte l’Italia, ma con soli tre milioni di abitanti, è desertica. La popolazione vive nelle regioni del nord (ai confini con l’Angola), ricche d’acqua, e sull’altipiano centrale (circondato dal deserto), sul quale si trova la capitale Windhoek. In questo paradiso naturistico le albe e i tramonti sono spettacolari e infuocano i colori della sabbia rossa del deserto. Durante le notti stellate sembra di toccare il cielo con un dito.
Nonostante si tratti di un paese molto sicuro, il turismo è limitato a causa del costo della vita relativamente elevato per chi visita la Namibia.
Lo stato è indipendente dal 1990, ma la vita socio-economica di questa giovane nazione dell’Africa nera è ancora molto influenzata dall’Apartheid imposta dal governo sudafricano durante la sua dominazione. Il potere economico del paese è ancora oggi detenuto in gran parte dai bianchi: il 5 per cento della popolazione controlla buona parte della ricchezza nazionale.
La Namibia dispone di un’infrastruttura turistica di alto livello con lodge di charme dispersi nella natura. La si può visitare con viaggi organizzati, ma anche individualmente, e senza correre pericoli, noleggiando un’automobile, preferibilmente 4×4. Trattandosi di un paese molto esteso i possibili itinerari di viaggio sono numerosi e dipendono dal tempo che si ha a disposizione. Questa domenica e la prossima pubblicherò il mio diario di viaggio lungo un percorso preparato da Kel 12, un’agenzia italiana che da molti anni offre a piccoli gruppi percorsi originali e ben congeniati.
Il nostro itinerario inizia dalla capitale Windhoek e prosegue alla scoperta dei deserti del Kalahari e del Namib con le dune più alte al mondo, della costa oceanica ricca di delfini, otarie, pellicani e fenicotteri, della splendida regione del Damaraland con fantasiose incisioni rupestri scolpite nelle rocce di arenaria, per terminare all’Etosha Park, dove si può ammirare ogni sorta di animali selvaggi: leoni, elefanti, rinoceronti, giraffe, zebre, aquile eccetera.

Windhoek, la capitale
Il nostro viaggio inizia da Windhoek, la capitale della Namibia. Per raggiungerla sono necessarie circa 20 ore di viaggio, partendo da Lugano e programmando due o tre scali.
Windhoek è una città di stampo europeo, con diversi palazzi che ricordano l’epoca coloniale tedesca, terminata alla fine della prima guerra mondiale. La città è molto pulita e sicura. Marco, la nostra guida, ci ripete più volte che la Namibia è la Svizzera dell’Africa. Ed in effetti, visitando il palazzo del governo namibiano, per gentile concessione di un poliziotto molto orgoglioso del suo paese, mi sembra di entrare nella residenza governativa di Bellinzona.
Passeggiando per il centro città si incontra un movimentato e colorato mix di popoli, che rappresenta la grande varietà dei gruppi etnici del paese. Circa 300 mila abitanti della capitale vivono ancora a Katatura, la città dei neri creata durante l’occupazione sudafricana per allontanare la popolazione di colore dal centro di Windhoek, riservato ai bianchi in base alle regole dell’apartheid. Katatura nella lingua locale significa “il posto in cui non vogliamo stabilirci”. Dopo l’indipendenza, avvenuta nel 1990, la capitale nera è diventata un vivace sobborgo della città, dove il governo ha portato i servizi principali e dove durante il giorno i turisti possono passeggiare in piena sicurezza, a differenza di quanto avviene in quartieri del genere nell’Africa del sud. Oggi questo sobborgo ha cambiato nome: da Katatura, cioè luogo in cui non desideriamo vivere, in Matatura, che nella lingua locale significa un posto dove invece amiamo vivere, anche se ai margini del quartiere stanno nascendo gli “squatter camps”, le bidonville di Windoek.
A Katatura si può visitare la comunità di Penduka, che gestisce un interessante progetto di recupero dell’artigianato locale: ricami, tessuti, batik, eccetera. Gli stessi prodotti si possono acquistare anche al Crafts Centre, il miglior negozio di artigianato namibiano, che si trova nel centro della capitale.

Verso il deserto del Kalahari
La prima tappa del nostro viaggio prevede il trasferimento verso il deserto del Kalahari. Lungo la strada incontriamo numerosi babbuini ed osserviamo enormi nidi sugli alberi, cosiddetti a condominio, perché ospitano colonie di uccellini con il petto giallo. Molto distanziate una dall’altra notiamo anche la presenza di grosse proprietà agricole (farms), che solitamente appartengono a bianchi.
Il Kalahari, con una superficie di circa 1,2 milioni di chilometri quadrati, è uno dei deserti più vasti al mondo. Si addentra per circa 400 chilometri in territorio namibiano, ma si estende anche in Botswana, Angola, Zimbabwe e Zambia. Propone un paesaggio prevalentemente pianeggiante, composto di deserto, steppa e savana ed è caratteristico per le sue dune di sabbia rossa. Un safari nella regione offre un primo approccio alla fauna africana (gazzelle, giraffe, gnu, struzzi, zebre e leoni) e al suo spettacolare territorio.

I San, un’etnia destinata a scomparire
Soprattutto nella regione del Kalahari e in Botswana vivono ancora gli ultimi eredi (circa 55 mila persone) dei San, uno dei popoli più antichi al mondo, autore di straordinari dipinti e incisioni rupestri. La storia di questo popolo nomade di cacciatori ricorda per certi aspetti quella degli indiani d’America. La popolazione vive in piccoli nuclei familiari, senza capi, né gerarchie. Spinta nel corso dei secoli verso zone sempre più inospitali da tribù di agricoltori dedite all’allevamento del bestiame e, in seguito, dai coloni, ha sviluppato una straordinaria conoscenza del territorio e individuato tecniche che permettono la sopravvivenza in condizioni estreme.
I San vivono nel paese da epoche remote e gli studiosi ritengono che certe tribù ancora presenti in zone discoste nel deserto del Kalahari non abbiano cambiato il loro stile di vita da 20 mila anni a questa parte. Ma oggi il futuro delle loro tradizioni e della cultura San è minacciato dall’impatto con la società moderna. I giovani trovano lavoro come personale ausiliario nelle fattorie e si sposano con rappresentanti di altre etnie. La Namibia è infatti un territorio multietnico ed i territori anticamente occupati dai San ospitano oggi popolazioni giunte da varie parti del continente nero.

Itinerario
1° giorno Ticino – Windhoek (via Johannesburg con pernottamento a bordo)
2° giorno Arrivo a Windhoek nel pomeriggio e tempo libero per scoprire il centro cittadino o per il relax
3° giorno Il deserto del Kalahari
4° e 5° giorno (320 km) I San, il Namib e le dune di Sossusvlei
6° giorno (380 km) Il deserto del Namib e Swakopmund
7° giorno Escursione a Walvis Bay e Sandwich Harbour e rientro a Swakopmund
8° giorno (350 km) Cape Cross e la Costa degli Scheletri
9° giorno (320 km) Damaraland, Twyfelfontein e Etosha
10° giorno (300 km) Etosha e il safari
11° giorno (410 km) Etosha, Okahandja (mercato del legno) e Windhoek
12° giorno Partenza per il Ticino (via Johannesburg)

Per saperne di più
Namibia Polaris, Firenze 2011
Namibia Dumont, Milano 2013
Namibia Lonely Planet, Torino 2010

Informazioni e consigli
– Per raggiungere la Namibia sono necessarie circa 13-14 ore di volo effettivo dall’Europa, ma bisogna calcolarne una ventina, perché non ci sono voli diretti e si devono effettuare uno o due scali.
– Il modo più semplice e comodo per organizzare il viaggio è aggregarsi a un piccolo gruppo o creare un proprio gruppo per visitare il paese accompagnati da una guida. Kel 12, l’agenzia italiana con cui viaggia sovente l’autore di questo diario, è specializzata per itinerari in Africa.
– È anche possibile visitare il paese da soli noleggiando un’automobile, meglio se 4×4. Kel 12 organizza anche viaggi di questo genere prenotando gli alberghi per la sera. Alcune vetture sono dotate di tenda per dormire sopra il tetto in campeggi solitamente bene attrezzati e situati in luoghi splendidi.
– I nomi delle località in Namibia sono scritti in inglese e le case di autonoleggio mettono a disposizione navigatori stradali.
– Le strade sono in ottimo stato. Su quelle asfaltate si tiene facilmente una media di percorrenza di 100 km/h, mentre sulle piste in terra battuta si circola a una media di 70 km/h.
– L’itinerario descritto comporta una tragitto di circa 4’000 km.
– L’infrastruttura alberghiera in Namibia è di ottimo livello.
– Per quanto concerne la sicurezza non ci sono problemi. È comunque sempre preferibile viaggiare di giorno.
– Sulla costa oceanica il mattino c’è quasi sempre la nebbia e la temperatura scende notevolmente.
– Le escursioni termiche, costa a parte, tra il giorno e la notte sono notevoli. Bisogna prevedere che può fare anche molto freddo.
– Attenzione al sole, che scotta anche quando c’è la nebbia.
– La cucina è buona e l’igiene, nelle infrastrutture turistiche, è garantita. La birra è ottima. Il vino importato dal Sud Africa è solitamente di qualità.
– Il periodo migliore per visitare la Namibia è settembre-ottobre, cioè durante la loro primavera.

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