Perù – Il Machu Picchu gioiello Inca

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A 180 chilometri dalla città di Cuzco, considerata l’ombelico del mondo, in fondo alla Valle Sacra e circondata da una magica atmosfera, sorge una montagna interamente scolpita. Visitarla è un’esperienza indimenticabile.

Quando si parla del Perù il pensiero corre subito al Machu Picchu e alla civiltà inca. E in effetti la visita alla Montagna Sacra non delude le aspettative. Nonostante il fortissimo afflusso di turisti – alcune migliaia al giorno – Machu Picchu grazie alla sua magia e alla sua vastità regge bene l’impatto. È situato in fondo a una strettissima valle percorribile solo in treno e chiusa da imponenti montagne con una vegetazione amazzonica. La cima di una di queste vette, che si raggiunge in corriera dal villaggio turistico di Aguas Caliente o dopo un affascinante trekking di quattro giorni che percorre tutta la Valle Sacra, è stata completamente costruita dalla civiltà inca. Quando si arriva su quella cima, nonostante ci si trovi a un’altezza di soli 2400 metri, sembra di avere raggiunto il tetto del mondo. Tutt’attorno, altre montagne più alte, che il mattino sono sovente immerse nella nebbia, conferiscono al luogo un’atmosfera ancora più suggestiva. In basso le acque del Fiume Sacro che scorre sinuoso verso il Rio delle Amazzoni circondano la montagna. I palazzi, i templi e i terrazzamenti sono interconnessi da più di un centinaio di scalinate in pietra a forte pendenza. Colpisce la capacità degli Inca di integrare la natura esistente nei loro progetti architettonici. Attorno a un’enorme roccia già presente sul luogo sono per esempio stati costruiti tre templi (dedicati al sole, alla terra e all’acqua) incorporando questo elemento naturale considerato sacro nell’intervento architettonico dell’uomo. In qualsiasi punto ci si trovi si possono ammirare terrazzamenti spettacolari che sembrano tagliare i pendii scoscesi, trasformando le montagne in giardini pensili. La cittadella, progettata ed edificata a metà del Quattrocento dall’imperatore Pachacuti, non fu mai trovata dagli Spagnoli e fu quindi risparmiata fino alla sua scoperta nel 1911 dalle razzie dei conquistadores e dei tombaroli. A riportare alla luce le rovine ricoperte da una fitta vegetazione fu l’esploratore statunitense Hiram Bingham, convinto di aver scoperto la favolosa città perduta di Vilcabamba, ultimo rifugio degli Inca perseguitati dai conquistadores. Questa tesi venne però smentita in seguito dagli archeologi, nonostante siano tuttora costretti ad affidarsi a supposizioni sulla natura del Machu Picchu, dato che la civiltà inca, così come quelle che la precedettero, non possedeva un sistema di scrittura e quindi non tramandò le sue conoscenze. Ciò nonostante la presenza di numerosi edifici sacri indica che si trattava di un centro cerimoniale, anche se nelle urbanizzazioni inca non esisteva quasi mai una rigida separazione tra il sacro e ciò che apparteneva al mondo del commercio e dell’economia. Di conseguenza questa cittadella è considerata dagli archeologi un classico e ben conservato esempio di centro urbano inca suddiviso in quattro zone: abitativa, agricola, sacra (con particolare attenzione all’astronomia) e artigianale.

Cuzco, ombelico del mondo
Se Machu Picchu è il maggiore gioiello della cultura inca giunto fino a noi, il centro dell’impero incaico distava quasi 200 chilometri – oggi percorribili in treno – e si trovava a Cuzco. Secondo la leggenda, nel XII secolo, Inti, il dio sole, alla ricerca di un territorio per il suo popolo guardò verso la terra e creò Manco Càpac, il primo inca, e Mama Ocllo, sua sorella e consorte. La coppia nacque sull’Isola del Sole nel Lago Titicaca, da dove intrapresero un lungo cammino. Inti consegnò a Manco una verga d’oro chiedendogli di trovare un terreno in cui sarebbe riuscito a conficcarla fino a farla scomparire: quello sarebbe stato l’ombelico del mondo. Nacque così l’affascinante città di Cuzco, indiscussa capitale archeologica del continente sudamericano e oggi una delle città più turistiche della terra.
L’espansione che portò alla creazione dell’impero inca iniziò solo con il nono re Pachacutec, che si rivelò anche un eccellente urbanista, ideando Cuzco a forma di puma: un animale sacro. Fino ad allora gli Inca avevano dominato solo una piccola zona attorno alla capitale. Il successore di Pachacutec, suo figlio Tùpac Yupanqui nella seconda metà del XV secolo conquistò altri territori. Alla sua morte l’impero si estendeva da Quito in Ecuador fino a sud di Santiago del Cile, passando per tutta la costa dell’oceano Pacifico.
Gli Spagnoli, guidati da Francisco Pizarro, conquistarono Cuzco l’8 novembre del 1533 con un manipolo di uomini. Ma dopo avere occupato e saccheggiato la città rivolsero la loro attenzione soprattutto alla nuova capitale Lima e Cuzco entrò in un lento letargo diventando una delle tante città coloniali. Nel corso delle guerre di conquista gli Spagnoli avevano saccheggiato oro e argento e avevano letteralmente smontato gli edifici e utilizzato i raffinati materiali per costruire chiese cattoliche e palazzi. Oggi Cuzco è certamente la città del Perù che testimonia in modo più affascinante i fasti dell’architettura coloniale. Le numerose vie che convergono sulla splendida e pittoresca Plaza de Armas, cuore della Cuzco inca e in seguito fulcro della città dei conquistadores, conducono nei vari quartieri che risalgono all’epoca della conquista spagnola. Ma allo stesso tempo, in città e negli immediati dintorni, rimangono importanti testimonianze dell’impero inca e della curiosa urbanistica a forma di puma, con la piazza centrale situata nella posizione del petto dell’animale sacro e la testa nella collina dove si trova la fortezza di Sacsayhuamán.

Nel cuore della civiltà inca
A pochi passi da Plaza de Armas, nella posizione delle zampe posteriori del puma, si trovava Koricancha, il più ricco tempio dell’impero inca che aveva le pareti completamente rivestite in oro e argento (si parla di 700 lamine d’oro massiccio del peso di 2 chilogrammi ciascuna), dove si ritiene fossero custoditi i corpi mummificati di diversi sovrani inca e dove i sacerdoti sembra studiassero le attività dei corpi celesti. I blocchi dei muri in pietra levigata sono incastrati in maniera così precisa che tra uno e l’altro non si riesce a inserire un foglio di carta. La posizione di questo tempio era stata accuratamente studiata: dal complesso si diramavano dozzine di sentieri sacri diretti verso oltre 300 centri cerimoniali o altri luoghi di culto. Costruito all’inizio del XV secolo, pochi decenni più tardi fu saccheggiato dai conquistadores, in parte distrutto e in seguito trasformato in chiesa cattolica dai domenicani. Oggi il sito si presenta come una strana combinazione di elementi architettonici inca e coloniali, sormontati da un modernissimo tetto protettivo in metallo e vetro.
Su una collina, attualmente nella periferia della città, in corrispondenza della testa del puma, si trova Sacsayhuamán, che fu una fortezza, ma probabilmente anche un centro cerimoniale. Le sue mura corrono a zig zag per 600 metri sull’altipiano e sono considerate uno dei grandi tesori archeologici del Sud America, anche se della struttura originale non rimane che il 20 per cento. Dopo la conquista gli Spagnoli “smontarono” infatti molti muri, convinti che fossero opera del diavolo, e utilizzarono le pietre perfettamente levigate per costruire le loro case a Cuzco, ma lasciarono sul posto i massi più imponenti perché erano troppo pesanti: mediamente 300 tonnellate ciascuno. Ci si chiede come avessero fatto gli Inca a trasportarli fin lì dalle cave distanti diversi chilometri.
Ai margini della città si possono visitare altri luoghi sacri. A Qenqo su un altare ricavato dalla roccia e dominato da una scultura raffigurante un puma si effettuavano supplizi di animali, il cui sangue scorreva verso una grotta sottostante lungo canali scavati nel sasso. A Puka Pukara (Forte Rosso), lungo la strada che porta alla Valle Sacra, venivano probabilmente ospitati i viandanti. Mentre a Tambo Machay, un luogo soprannominato “il Bagno degli Inca”, si può ammirare un tempio dedicato al culto dell’acqua, che sgorga tuttora dalla roccia.

Verso la Valle Sacra
Raggiungiamo la valle dove scorre il Fiume Sacro uscendo a ovest di Cuzco per passare da Maras, una località famosa per la sua miniera di sale. Il luogo è particolarmente suggestivo. In questa ripida vallata gli Inca hanno ricavato dei terrazzamenti, dove hanno scavato numerose vasche collegate tra loro da canali scolpiti nella roccia. L’acqua che sgorga dalla sorgente e finisce nelle vasche è fortemente salata (molto più di quella del mare), perché lungo il suo percorso attraversa una montagna costituita di sale. Una volta raccolta nelle vasche viene lasciata evaporare al sole per ottenere un sale purissimo. Ancora oggi i contadini del vicino villaggio utilizzano queste antiche saline degli Inca, gestendole in cooperativa come attività accessoria.
Da Maras la strada scende ripida verso la Valle Sacra, dove si raggiunge l’interessante sito archeologico di Ollantaytambo. La fortezza-tempio, che si trova in posizione strategica su un’antica via d’accesso alla regione amazzonica, fu l’ultima roccaforte inca a resistere all’esercito spagnolo. Osservandola si resta colpiti dai terrazzamenti in pietra che si stagliano contro il profilo naturale dei dirupi. La zona del tempio, finemente lavorata, si trova in cima alle terrazze. All’epoca della conquista erano in costruzione delle mura che non furono mai ultimate. In alto, sopra l’altra sponda del Fiume Sacro, si trovano altri edifici inca in rovina e una inquietante roccia scolpita, che rappresenta Wiracocha: il dio creatore del Perù osserva i turisti con sguardo particolarmente severo.
A Ollantaytambo termina la strada carrozzabile e parte il treno che porta ad Aguas Callente, da dove si sale in corriera al Machu Picchu. Oltre il villaggio di Ollataytambo la Valle Sacra si restringe fino a coincidere con il corso del tumultuoso fiume immerso in una vegetazione subtropicale, circondato da montagne torreggianti e dominato dalla cima innevata del Salcantay.

Itinerario
1° giorno Ticino-Lima
2° giorno Lima
3° giorno Lima-Isole Ballestas-Nazca
4° giorno Nazca
5° giorno Nazca-Arequipa
6° giorno Arequipa-Canyon del Colca
7° giorno Canyon del Colca-Lago Titicaca (Puno)
8° giorno Lago Titicaca
9° giorno Lago Titicaca-Cuzco
10° giorno Cuzco
11° giorno Cuzco-Urubamba-Aguas Calientes (Machu Picchu)
12° giorno Machu Picchu-Cuzco
13° giorno Cuzco-Puerto Maldonado (Amazzonia)
14° giorno Amazzonia
15° giorno Puerto Maldonado-Lima
16° e 17° giorno Lima-Ticino

Per saperne di più
Perù Lonely Planet, Torino 2010
Perù Rough Guides, Feltrinelli, Milano 2013
Perù National Geographic, Vercelli 2010

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