Egitto – Al sud, tra Nilo e deserto
Egitto – La città di Luxor, l’antica Tebe
Egitto – I diversi volti dell’Islam
L’Egitto è una sorta di Mecca del turismo: almeno una volta nella vita bisogna andarci. Ma come visitarlo? Il paese è ormai diventato una sorta di autostrada del turismo. Nel senso che tu scegli uno degli itinerari classici prestabiliti e lo segui senza
ripensamenti.
Prima di partire per un viaggio e prima di scegliere l’itinerario leggo guide e libri sulla destinazione. È un mio modo per percorrere il viaggio più volte e per evadere dai problemi della vita quotidiana. Una volta deciso il tragitto e le tappe mi affido a un’agenzia. Così ho fatto anche per l’Egitto. Ho trovato ottimi alberghi e un buon servizio, ma nonostante disponessimo di una guida e di un autista tutti per noi ho dovuto impormi per vedere quanto avevo deciso di visitare. La nostra guida, culturalmente preparata, ci voleva imporre le tappe classiche, scoraggiando i nostri tentativi di personalizzare l’itinerario sostenendo che quanto chiedevamo era molto faticoso, oppure che si trattava di monumenti non aperti al pubblico. A una mia puntuale verifica è risultato però non essere così. Intendiamoci, questo non mi è successo solo in Egitto. Anzi, è piuttosto nella norma. Se percorrete quella che chiamo autostrada del turismo, trovate una marea di gente. È davvero incredibile, per esempio, quanti turisti a Luxor – l’antica Tebe – visitano la Valle dei Re. Appena però vi scostate dal percorso tradizionale,
vedete opere d’arte eccezionali quasi deserte. Un’esperienza che fa davvero riflettere sul modo di praticare il turismo. Nella splendida Valle dei Re su una sessantina di tombe ne vengono aperte alle visite – a rotazione – meno di dieci. Questo per
preservare queste straordinarie testimonianze della civiltà egizia, che vengono danneggiate dalla presenza della folla. Il biglietto d’ingresso prevede l’entrata a tre tombe, ma nessuno vi dice che pagando un supplemento voi potete visitare anche
le altre sette. E dire che avete percorso migliaia di chilometri in aereo per arrivare fino a lì! In una valle adiacente a quella dei re si trovano splendidi sepolcri degli alti dignitari dei faraoni. Un luogo che secondo la nostra guida era in restauro e che invece era visitabile, ma dove arrivano pochissimi turisti. Eppure si tratta di opere famosissime, riprodotte su tutti i libri. Potrei portare numerosi altri esempi!
Per avere più tempo a disposizione avevamo scelto di spostarci in automobile, invece che in nave, e quindi di pernottare in albergo. Gli spostamenti su strada sono molto interessanti, perché permettono di vedere uno spaccato di vita nella fertilissima campagna che si estende lungo tutto il tragitto del Nilo. Nel sud dell’Egitto non esistono industrie, per cui la gente da millenni vive di agricoltura. Si passano villaggi dove la vita non è probabilmente molto diversa rispetto a tre o quattromila
anni fa, all’epoca dei faraoni. Molte case, come allora, sono costruite con mattoni di argilla e hanno ancora il tetto in paglia. Non si vede miseria, ma povertà, anche se le condizioni di vita sono certamente migliorate da quando negli anni Sessanta Nasser ha costruito l’enorme diga, che permette di irrigare i campi tutto l’anno e quindi non solo durante le piene del Nilo, come avveniva prima. Questo permette naturalmente di avere più raccolti.