Corsica – Per Napoleone la Corsica era solo “un’escrescenza”

Corsica – Coste selvagge e rocce scolpite
Corsica – L’introversa terra di Napoleone
Corsica – La battaglia della Corsica per un’identità oppressa

Napoleone Bonaparte è certamente il più illustre cittadino corso e ad Ajaccio, sua città natale, tutto parla di lui. Nacque nel 1769, un anno cruciale per la storia dell’isola perché segnò il passaggio dalla dominazione genovese a quella francese. Proprio in quell’anno infatti s’infranse il sogno del patriota Pascal Paoli di creare una Corsica indipendente, retta da una costituzione tanto liberale e innovativa da richiamare l’attenzione di Jean-Jacques Rousseau, che accarezzò l’idea di trasferirsi sull’isola per studiarne e scriverne la storia.
Napoleone ha certamente conferito una fama internazionale alla sua città natale, che nel 1811 venne decretata “cité imperiale”. Sebbene ad Ajaccio oggi la sua presenza sia ancora ovunque, molti abitanti considerano l’imperatore come un francese che ha fatto unicamente i suoi interessi e quelli della Francia, in disaccordo con il movimento indipendentista dell’eroe isolano Paoli. Talvolta questa disapprovazione, soprattutto all’interno delle frange indipendentiste, viene espressa in modi eclatanti: qualche anno fa la statua di Napoleone nella piazza principale di Ajaccio fu imbrattata. Paradossalmente, fu infatti proprio questo figlio della Corsica – condotto dal destino nella Parigi della Rivoluzione, ai piedi delle piramidi d’Egitto, ai confini dell’Europa, a Jena, a Trafalgar, nella lontana Russia -, ad adoperarsi per la francesizzazione dell’isola.
Lo stesso Napoleone d’altra parte serbava una certa amarezza nei confronti del suo luogo natio. Uno dei generali che lo aveva seguito in esilio a Sant’Elena raccontò di un colloquio in cui Napoleone gli citò un’affermazione di M. de Choisel, secondo cui “se fosse stato possibile si sarebbe dovuto spingere la Corsica sotto il mare con un tridente” e l’imperatore aggiunse con animosità: “Aveva ragione, quest’isola non è nient’altro che un’escrescenza!”.
Anche la storia della famiglia Bonaparte non facilita i rapporti con chi ha creduto o crede nell’indipendenza dell’isola. Carlo, il padre di Napoleone, era infatti segretario e sostenitore di Pascal Paoli, ma quando i francesi sconfissero definitivamente l’eroe isolano nella battaglia di Ponte-Nuovo egli giunse a patti con loro, sia diventando il rappresentante della nobiltà corsa all’Assemblea Nazionale, sia utilizzando i suoi contatti con il governatore francese sull’isola per ottenere l’istruzione gratuita per i propri figli. Fu così che il giovane Napoleone all’età di 9 anni lasciò l’isola grazie a una borsa di studio per l’accademia militare di Brienne, sul continente, un’istituzione voluta proprio per educare i figli della nobiltà alla loro condizione, e proseguì poi il curriculum alla prestigiosa École Militaire di Parigi. Dopo lo scoppio della Rivoluzione tornò in Corsica per promuovere con entusiasmo lo spirito rivoluzionario nella sua terra natale. Entrò però in conflitto con Paoli e i suoi seguaci, che nel 1793 cacciarono dall’isola lui e la sua famiglia. Napoleone aveva ormai fatto la sua scelta per una Corsica francese, tanto che cambiò il suo nome da Napoleone a Napoléon. Sulla sua isola ritornò una sola volta, quando fu costretto ad ormeggiare, al rientro dalla campagna in Egitto.

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