Canarie – A spasso tra vulcani e deserti
Come proteggere l’ambiente e le bellezze naturali contro lo sviluppo incontrollato del turismo senza però rinunciare al progresso economico? È stata questa la sfida di César Manrique (1919-1992), intellettuale, architetto, scultore, pittore nella sua amata isola di Lanzarote alle Canarie. Una sfida vinta in parte. Attraversando i villaggi all’interno di Lanzarote si può notare come lo stile architettonico tradizionale di piccole e basse abitazioni bianchissime, seppur interpretato in chiave moderna, sia rimasto la norma. Anche i borghi che si affacciano sul mare sono in gran parte stati risparmiati dalla speculazione edilizia. Questo impegno di Manrique è stato riconosciuto dopo la sua morte dall’Unesco, che ha dichiarato l’intera isola “Riserva della Biosfera”. Certo, la natura ha fatto la sua parte, ma Lanzarote non sarebbe quella che è oggi se Manrique non avesse deciso di realizzare la sua tela artistica direttamente sul territorio del suo paese.
Già durante gli studi di architettura all’Università di Tenerife e in seguito di Belle Arti a Madrid coltivava il sogno di disegnare le sue opere direttamente nel paesaggio. Tanto che sull’isola sono in molti a pensare che ci sia una Lanzarote prima e una dopo Manrique. Lui ha proposto con successo un modello di sviluppo alternativo, convinto che fosse possibile una sintesi tra arte e natura e un’integrazione tra diversi linguaggi artistici: pittura, scultura, disegno e architettura. Il suo genio ha reinventato il paesaggio, interpretando in chiave moderna l’estetica originale dell’isola.
Nato ad Arecife nel 1919, nel ‘37 Manrique si arruolò come nell’esercito franchista, ma nel ’39 ritornò sull’isola e diede fuoco alla sua divisa. Dopo gli studi trascorse parecchi anni a New York, dove divenne pupillo di Nelson Rockefeller ed espose al Museo Guggenheim. Nel ’68 tornò a Lanzarote. Erano gli anni in cui si decideva se lo sviluppo turistico dovesse corrispondere a colate di cemento e grandi alberghi o al rispetto del paesaggio e a costruzioni in armonia con la natura. In questo periodo Manrique organizzò manifestazioni di protesta e fondò il gruppo ambientalista “El Guincho” riuscendo a fare approvare al governo leggi che regolamentavano lo sviluppo urbanistico con norme per stabilire l’altezza, lo stile e il colore degli edifici. Ma non si limitò alla protesta, propose anche realizzazioni turistiche, che oggi sono alcuni tra i luoghi più spettacolari di Lanzarote: lo scenografico ristorante nel Parco Nazionale di Timanfaya che domina i crateri vulcanici, il “Mirador del Rio”, straordinario punto panoramico splendidamente integrato nell’ambiente roccioso della scogliera, il “Jameos del Agua”, un intervento architettonico moderno in un suggestivo mondo sotterraneo, i “Juguetes del Viento”, dei monumenti mobili che accompagnano il turista nella sua visita dell’isola. Senza dimenticare la sua casa, oggi “Fundación César Manrique”, costruita su un terreno coperto di lava e ceneri sfruttando cinque bolle vulcaniche formatesi oltre 200 anni fa.