Borgogna – L’inebriante “Route” tra vigneti e nomi prestigiosi
Borgogna – Tra castelli e conventi la storia del Medioevo
Borgogna – Per i vini della Borgogna serve un fiuto professionale
Quando si dice Borgogna si pensa subito ai suoi vini, anche se questa terra è ricca di storia, arte e architettura. E infatti la viticoltura, con una produzione media di 200 milioni di bottiglie all’anno, di cui la metà destinate all’esportazione, e un fatturato di 1,2 miliardi di euro, costituisce un terzo delle entrate del settore agricolo, sebbene occupi meno del 2% del suo territorio. L’attività viticola genera inoltre 20 mila impieghi diretti e più di 100 mila indiretti (vetrerie, produzione di barrique e altro).
I primi documenti che attestano la produzione di vino in Borgogna risalgono all’epoca del dominio romano. Già nel VI secolo sembra che la produzione fosse elevata. Carlo Magno (742-814), proprietario di diversi vigneti nella regione di Aloxe-Corton, nel 794 fissò norme tassative che regolavano la cura delle viti e la produzione del vino. Nei secoli XI e XII furono soprattutto i monaci a praticare la viticoltura. I diversi ordini monastici, oltre a possedere varie tenute, avevano anche i mezzi finanziari, le cognizioni, le forze lavorative e soprattutto la volontà di produrre, in onore di Dio, il miglior vino possibile. Già alla corte dei duchi di Borgogna nel XIV e XV secolo i vini di questa regione godevano di buona fama. Ma fu con Luigi XIV e con il loro ingresso alla corte di Francia nel XVII secolo che i Bourgogne raggiunsero la grande notorietà. Si racconta che il medico personale del Re Sole gli prescrisse di prendere come medicina del vino di Borgogna. Fu così che all’inizio del XVIII secolo vennero fondate le prime case vinicole commerciali a Beaune. La Rivoluzione Francese portò al frazionamento delle proprietà terriere dei nobili e della Chiesa. Nel XIX secolo le innovazioni introdotte nella viticoltura e le migliori possibilità di trasporto via terra e via acqua incrementarono in grande misura il commercio e l’esportazione. Percorrendo gli itinerari che propongo questa settimana e la prossima, si potranno scoprire le zone di produzione del Bourgogne, lungo la “Route des Grands Crus” e altre strade panoramiche attraverso alcuni tra i più rinomati vigneti al mondo, dove si coltivano le uve Pinot Noir per i prestigiosi rossi (Vosne-Romanée, Vougeot, Gevrey-Chambertin, Pommard, Volnay e altri) e quelle Chardonnay per i fantastici bianchi (Montrachet, Mersault, Chablis, Pouilly-Fuissé). Paesaggi bucolici con gli splendidi vigneti nelle zone di collina, più favorevoli climaticamente, che danno origine ai “Grands Crus” e “Premiers Crus”, ma anche altri in pianura, dai quali si ricavano vini meno pregiati. Una giungla di denominazioni in cui non sempre è facile districarsi, anche quando si è sul posto.