Namibia – Un vero paradiso naturalistico
Namibia – Sulle dune più alte al mondo
Un recente viaggio in Namibia mi ha fatto riflettere sulle difficoltà che le giovani democrazie africane incontrano per costruire un futuro e superare le sgradevoli eredità dell’epoca coloniale. E questo anche in un Paese come la Namibia, che ha enormi potenzialità economiche e non è dilaniato da lotte religiose (l’80 per cento della popolazione è cristiana).
Iniziamo dalle potenzialità di questa giovane democrazia, nata nel 1990. Una prima opportunità è rappresentata da un territorio splendido e vastissimo (grande tre volte l’Italia), abitato da poco più di 2 milioni di abitanti, con una concentrazione media di 2 persone per chilometro quadrato. Grazie alla bellezza dei suoi paesaggi estremamente variegati la Namibia ha sviluppato un turismo di elevato livello e in continuo sviluppo: oggi rasenta il milione di visitatori all’anno.
Un’altra ricchezza del Paese è rappresentata dalla presenza di minerali di ogni genere: oro, argento, stagno, rame, piombo, zinco, pirite, fluorite, eccetera, ma soprattutto diamanti e uranio. Dalle miniere di diamanti namibiane provengono le gemme più pure al mondo. E per quanto attiene all’uranio la Namibia ospita la miniera più ampia della terra. Grazie alle correnti fredde antartiche la costa oceanica della Namibia figura tra le dieci regioni più pescose al mondo. Molto importante è anche l’agricoltura, che direttamente o indirettamente offre tuttora da vivere al 70 per cento della popolazione ed è particolarmente orientata verso l’allevamento del bestiame (80 per cento del reddito del settore). Il sottosuolo namibiano sembra essere ricco anche di gas e di giacimenti di petrolio: si sta procedendo a trivellazioni.
Nonostante queste enormi potenzialità e sebbene il reddito medio pro capite sia il più alto del continente dopo il Sud Africa, il 50 per cento degli abitanti vive tuttora al di sotto del livello di povertà. Questo è dovuto al fatto che il 5 per cento della popolazione, in prevalenza bianca, controlla i tre quarti dell’economia. E sono proprio questi i difficili retaggi del periodo coloniale con cui deve confrontarsi la Namibia indipendente. Ripercorrendo le tappe principali della sua storia si può ben capire come il processo di mutamento per giungere a una più equa distribuzione del reddito sarà lungo e difficile. Ventiquattro anni di indipendenza sono ben poca cosa di fronte a secoli di dominazioni estere: i boeri, i tedeschi, gli inglesi, i sudafricani. Non si dimentichi inoltre che il Paese deve ancora fare i conti con la scomoda eredità dell’apartheid, che di fatto ha diviso la Namibia tra bianchi e neri. Un’altra insidia è rappresentata dal fatto che la Namibia è uno stato multietnico, creato senza tener conto dei territori occupati in passato da queste differenti popolazioni. Lo strumento principale per affrontare tutte queste sfide è stato individuato nell’istruzione. Oggi l’84 per cento della popolazione è alfabetizzato. Sulla formazione si stanno investendo molti soldi e grandi energie, ma mancano gli insegnanti.