Camerun – Un medico ticinese nel Camerun, il ricordo di Giuseppe Maggi

Camerun – Tutta l’Africa in un solo paese
Camerun – Dove il tempo sembra essersi fermato
Camerun – Stregato dalla gente e dai colori nel mio primo viaggio in Africa

Nel diario di viaggio ho scritto di quanto sia rimasto colpito dalla dolcezza e dalla gentilezza di quella gente e di come non si possa giudicare un viaggio del genere con gli stessi parametri di altre esperienze. Esiste però, purtroppo, anche un rovescio della medaglia, che sarebbe ingenuo e scorretto tacere, anche perché in parte chiama in causa la nostra civiltà occidentale. Raccontavo di come Douala, la capitale economica del Camerun, sia una brutta città costruita in epoca coloniale, che della nostra cultura ha recepito solo gli elementi peggiori. In Camerun ho incontrato un anziano italiano che con orgoglio mi raccontava come noi europei abbiamo portato la civilizzazione in Africa. E no, le cose non stanno proprio così. Il colonialismo certamente, ma per diversi aspetti anche certe forme di turismo, della nostra civiltà hanno “esportato” soprattutto il peggio. Basti pensare alla politica. Quali esempi abbiamo fornito e cosa abbiamo fatto per preparare quei Paesi a gestire l’indipendenza, dopo che ci siamo impossessati delle loro maggiori risorse? Il Camerun ha conquistato l’indipendenza nel 1960, dopo aver subito la dominazione dei tedeschi dapprima e dei francesi e degli inglesi in seguito, ed è subito finito sotto un padre padrone: il presidente Hamadou Ahijio, che ha governato per 22 anni. Il potere è poi passato a Paul Biya, che ha apparentemente “democratizzato” il Paese, portandolo al poco invidiabile primato di Stato più corrotto del mondo. In Camerun bisogna pagare per avere buoni voti a scuola, per entrare all’università, per disporre di un letto in ospedale, persino per ottenere un funerale decente. La corruzione segue abitudini e rituali, frutto di regole e norme di comportamento che condizionano la quotidianità. Ed è un vero peccato perché il Camerun ha di un interessante potenziale economico, potendo contare sull’esportazione di caffè, cacao, cotone, banane, olio di palma, legname e petrolio. Questo Paese, il cui reddito pro capite è uno dei più elevati del continente, può vantare la quasi totale autosufficienza alimentare. Se all’estero questo piccolo Stato, oggi purtroppo considerato a rischio per il turismo, è noto per aver dato le origini al giocatore di calcio Eto’o e al tennista Noah, in Ticino è invece conosciuto per essere stato la seconda patria del dottor Giuseppe Maggi, il medico di Caneggio che ha dedicato quarant’anni della sua vita alla battaglia contro la malaria e molti altri mali che affliggono le popolazioni più povere del Camerun del nord. Nella sua lunga attività, che gli valse anche una candidatura al premio Nobel per la pace, il medico ticinese ha costruito in Camerun cinque ospedali, quattro dei quali nel corso degli anni si sono resi autonomi. L’ultima sua creazione, invece, continua ad essere gestita da “L’Opera Umanitaria Dr. Maggi”, che porta avanti il sogno del fondatore – di cui quest’anno ricorre il venticinquesimo della morte – con un’équipe di cinquanta sanitari, tutti africani.

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