Cipro – Viaggio nel sud di cultura greca

Cipro – La storia “occupata” dai turchi
Cipro – Una città divisa tra due culture
Cipro – Un viaggio nella storia

Sulle montagne alla scoperta di solitarie chiesette bizantine, al mare alla scoperta di siti archeologici e di paesaggi selvaggi.

Proseguiamo il nostro itinerario alla scoperta di cultura, arte, storia, natura e gastronomia di Cipro. Nella prima parte abbiamo descritto il viaggio nella parte nord dell’isola, quella turca. Oggi proseguiamo il percorso a sud. Anche a meridione si trovano numerose testimonianze culturali e artistiche dei diversi popoli – egizi, greci, romani, bizantini, francesi, genovesi, veneziani, ottomani e britannici – che hanno fatto la storia di quest’isola. La natura è stata generosa con Cipro, anche se in diverse parti è stata irrimediabilmente compromessa dalla speculazione edilizia. Le montagne che sorgono al centro del paese e la penisola di Akamas all’estremo ovest sono comunque ancora luoghi incontaminati.

Chiese bizantine sulle montagne
Riprendiamo l’itinerario da Kyrenia nel nord del paese, per trasferirci al sud attraverso il check point di Morfou (Güzelyurt), verso le montagne del Troodos. Le valli che salgono verso le quote più alte delle montagne (fino a 2000 metri), dove d’inverno nevica abbondantemente, sono rimaste tra gli ambienti più integri e selvaggi dell’isola con i loro incantevoli boschi di cedro. Questa regione è il vero custode dell’anima più tradizionale e profonda dell’isola. Da qui provenivano le ricchezze che in passato hanno reso celebre Cipro nel Mediterraneo: il rame (cuprum in latino), che forse diede il nome all’isola, e il legname che fu utilizzato per varare ed equipaggiare le navi dei soldati e dei mercanti dal primo millennio a.C. in poi.
In ogni epoca questa catena montuosa ha costituito sia una barriera, sia una risorsa e, soprattutto durante l’era cristiana, ha offerto rifugio alla cultura ellenica. Furono la repressione e le gravi discriminazioni religiose perpetrate dai Lusignano a costringere il clero ortodosso a rifugiarsi su questi monti e a costruire le solitarie chiesette che costituiscono una delle mete artistiche più ragguardevoli dell’isola. Situate in luoghi discosti e suggestivi questi luoghi di culto, poco più grandi di un piccolo fienile, sono ricchi di affreschi e molto simili tra loro. Per proteggerli dalle frequenti nevicate furono aggiunti, in un secondo tempo, grandi tetti a spiovente, che ricordano più le montagne appenniniche e alpine che le coste mediterranee. “Visitare le chiesette affrescate dei monti Troodos è come aprire un volume di storia dell’arte al capitolo pittura bizantina”: è con questa motivazione che i nove edifici più significativi sono stati inseriti nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Gli affreschi avevano lo scopo di illustrare ai contadini analfabeti dell’epoca, quasi sotto forma di fumetto, i passi principali dei Vangeli.
La visita richiede tempo: diverse chiesette sono difficili da scovare, altre sono chiuse e per trovare la chiave bisogna rintracciare il custode nel paese vicino. L’organizzazione lascia a desiderare, ma scoprirle vale davvero la pena.
Checché ne dicano le guide i paesini del Troodos, così come quelli di tutta l’isola, sono poco attrattivi e spesso trasandati. Uno dei più graziosi è comunque Kakopetria, che offre anche un originale albergo ricavato da antiche case del villaggio restaurate con gusto, annesse a una taverna dove si possono gustare i piatti tipici e gli ottimi vini di queste vallate.
Questa regione impervia è legata anche alla storia recente dell’isola, perché era qui che durante l’epoca coloniale si nascondevano i combattenti per l’indipendenza di Cipro dai britannici.

Dalle montagne al mare
Per scendere dal Troodos verso la costa occidentale si passa dal monastero di Kykkos, uno dei più ricchi e venerati dell’isola, ma di scarso interesse artistico, perché riedificato nel 1831 dopo un incendio. L’arcivescovo Makarios, leader religioso e politico di Cipro durante il breve periodo di indipendenza e unità dell’isola, iniziò qui gli studi e servì come monaco novizio prima di usare il monastero come rifugio durante i giorni di appartenenza all’EOKA (Organizzazione nazionale per la lotta cipriota), che aveva il suo quartier generale nelle vicinanze. Di conseguenza Kykkos è fortemente legato alle lotte nazionaliste cipriote. Dopo la morte, Makarios è stato seppellito sulla collina sopra il monastero. Un imponente monumento ricorda la sua figura.
Una strada tortuosa e molto lenta, che attraversa suggestivi boschi di cedro, scende lentamente verso il mare offrendo splendidi panorami sulla costa. Percorrendo poi per una ventina di chilometri una piacevole litoranea si raggiunge Polis, che dà accesso alla splendida penisola di Akamas.

Qui apparve Afrodite
Divinità tra le più antiche del pantheon mediterraneo, Afrodite ha segnato questa terra con la sua leggenda. Dicono che apparve qui, dalla spuma delle onde sollevate dal vento. Dicono che portò con sé la bellezza, l’amore e i profumi sacri della rosa e del mirto. Figlia di Urano o forse di Zeus, è soprattutto figlia di Cipro, dove è approdata per volere degli dei.
Ai mortali era proibito spingersi fino ai bagni della dea, pena la morte. Oggi questo luogo, a una decina di chilometri da Polis, costituisce una delle mete turistiche più gettonate. I bagni possono anche lasciare delusi, ma la penisola di Akamas rimane una delle rare e ultime regioni cipriote veramente selvagge. Per una strana coincidenza, per molto tempo l’esercito inglese ha infatti utilizzato l’entroterra come poligono di tiro, allontanando i turisti e salvando così questa regione dalla speculazione edilizia. L’isolamento ha contribuito anche a proteggere flora e fauna, che sono ricchissime.
Il modo migliore per apprezzare appieno la penisola è compiere un’escursione di qualche ora a piedi. L’itinerario più gettonato è quello di Afrodite: 7 chilometri con un dislivello di 400 metri che si percorrono in due ore e mezzo. La prima parte è a picco sul mare con panorami meravigliosi: il colore delle acque propone tutte le gradazioni dal blu al turchese. La seconda parte del percorso si svolge invece nell’entroterra, in un paesaggio quasi desertico.
Un’altra escursione da non perdere è quella alle gole di Avakas, che parte dal versante opposto, cioè sud, della penisola e richiede due ore scarse. Si lascia l’auto in un posteggio in riva al mare (5 km a sud di Lara) e si attraversa dapprima uno splendido agrumeto con alberi di arancio, limone e pompelmo. Terminato questo primo tratto si imbocca il sentiero delle gole in mezzo ai campi. Rapidamente le pareti del canyon si stringono, fino quasi a toccarsi mentre il cielo azzurro sembra allontanarsi. Il sentiero si snoda sul fondo delle gole ingentilite, in primavera, da fiori spontanei e oleandri che crescono lungo il ruscello e addolciscono l’imponenza della natura.
Ritornati al parcheggio, percorrendo una strada sterrata e molto sconquassata, si raggiunge Lara, che offre una delle più belle spiagge selvagge dell’isola. La litoranea prosegue ma è percorribile solo con una vettura 4×4.
A una manciata di chilometri dai bagni di Afrodite, isolato in riva al mare, sorge il migliore albergo dell’isola: l’hotel Anassa, con le sue splendide terme. Il luogo, ma anche i prezzi, ricordano la costa Smeralda in Sardegna. A Pafos gli alberghi, di tutte le categorie, sono innumerevoli, ma senza carattere. Il villaggio è prettamente turistico e privo di fascino. Vi consigliamo però una sosta gastronomica in una delle migliori taverne di Cipro: Hondros, non lontano dal porto (cfr. la guida Lonely Planet). In questa locanda abbiamo gustato le migliori specialità della cucina cipriota, una versione rivista di quella greca: mussaka, spiedini, agnello, stufati e naturalmente pesce. Anche il vino è di ottima qualità.

Archeologia in riva al mare
I siti archeologici di Pafos e di Kourion, distanti tra loro una cinquantina di chilometri, sono particolarmente spettacolari grazie alla loro posizione in riva al mare, in un paesaggio quasi desertico, in cui l’unico rumore percepibile è quello delle onde che si infrangono sugli scogli. Secondo antiche leggende furono fondate dagli Argivi di ritorno dall’assedio di Troia. La loro origine risale invece all’epoca in cui Cipro faceva parte del regno dei Tolomei. Pafos divenne capitale dell’isola e anche in epoca romana rimase la città più importante. Raggiunse la sua massima fioritura nel III secolo d.C., come testimoniano gli eccezionali mosaici delle ville cittadine. “A quell’epoca – si legge sui testi dell’Unesco che hanno dichiarato queste opere Patrimonio mondiale dell’Umanità – l’Augusta Claudia Flavia Paphos, la sacra metropoli di tutte le città cipriote, era divenuta uno dei più importanti centri di produzione dei mosaici del mondo romano, mantenendo solidi legami con le coste orientali del Mediterraneo”. Questi mosaici, di grande valore artistico ed estetico, rappresentano episodi tratti dai miti greci.
Anche Kourion offre splendidi mosaici, oltre a un anfiteatro romano del II secolo a.C. (troppo restaurato) e le rovine di una basilica paleocristiana del V secolo. Ma il sito, visitatissimo per la sua spettacolarità, è famoso soprattutto per il santuario di Apollo: immagine classica dell’isola.
A Pafos non si può mancare di visitare le cosiddette Tombe dei re, scavate negli scogli in riva al mare. Situate poco oltre le mura dell’antica città, furono scavate a partire dal III secolo a.C. seguendo l’usanza e lo stile delle tendenze orientali diffuse a Cipro dagli alessandrini. Le tombe, destinate a famiglie aristocratiche, avevano una struttura molto elaborata con cortile, peristilio e colonne per accogliere i membri di un’intera famiglia.

Una città divisa in due
Nicosia dista una quarantina di chilometri dall’aeroporto principale di Cipro sud. La si può quindi visitare all’inizio o alla fine del viaggio. Il modo migliore per scoprirla è a piedi. Durante la visita ci si imbatte più volte nel muro, che divide la parte turca da quella greca, e nei bastioni, ottimamente conservati, costruiti dai veneziani tra il 1567 e il 1570 per tenere lontani – ma senza successo – i temuti invasori ottomani.
Nella parte sud meritano certamente una visita i musei archeologico e bizantino e la cattedrale.
Il museo archeologico espone alcuni oggetti eccezionali che testimoniano l’importanza dell’isola come crocevia culturale del mondo antico, partendo dall’8000 a.C. e arrivando fino all’epoca romana. Straordinaria una serie di duemila figurine in terracotta realizzate tra il 625 e il 500 a.C. Nel museo bizantino si potranno invece trovare alcune tra le migliori testimonianze di arte religiosa cipriota. La Madonna è sempre raffigurata sulle numerose icone con il volto triste, perché secondo la tradizione conosceva la fine che attendeva il bimbo che portava in braccio, dipinto sovente con parvenze di adulto. Nell’adiacente cattedrale Agios Ioannis si può invece ammirare un interessante ciclo di affreschi settecenteschi dedicati alla vita di San Barnaba, evangelizzatore dell’isola.
Nella parte nord della città l’edificio che maggiormente colpisce è l’antica cattedrale di Santa Sofia, costruita sul modello del gotico francese di Notre-Dame o di Chartres, ma trasformata in moschea con la presenza di due imponenti minareti ai lati della facciata. Altre costruzioni ricordano il carattere orientale della città: il caravanserraglio edificato dagli ottomani dopo la conquista del 1572 per ospitare viaggiatori e commercianti e i bagni turchi del Büyük Hammam, realizzato riutilizzando alcune strutture di una chiesa trecentesca.

Itinerario

1° giorno
Milano-Larnaka-Nicosia

2° giorno
Nicosia

3° giorno
Nicosia-Famagosta-Salamina- Dipkarpaz-Capo S.Andrea (210 km)

4° giorno
Dipkarpaz-Agios Filon-Kantara-Bellapais-Kyrenia (180 km)

5° giorno
Kyrenia-Troodos (200 km)

6° giorno
Troodos-Bagni di Afrodite (120 km)

7° giorno
Bagni di Afrodite-Pafos (50 km)

8°giorno
Pafos-Lara-Pafos (40 km)

9°giorno
Pafos-Kourion-Larnaka (150 km)

10° giorno
Larnaka-Milano

Bibliografia
Cipro The Rough Guide, Vallardi Viaggi, Perugia 2004
Cipro Lonely Planet, Torino 2006
Cipro Touring Club Italiano, Milano 2006
Cyprus Eyewitness Travel, London 2008
Cipro Meridiani, Milano 2006
Cipro top 10 Mondadori, Milano 2010

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *